Da una trentina d’anni quello di Taranto viene definito un territorio ad alto rischio ambientale e sanitario ed è inammissibile che il lavoro possa comportare il danno alla vita o alla salute di parte dei cittadini. Per questo il 23 maggio è stata istituita “una cabina di regia interistituzionale, introducendo elementi che rendono per la prima volta la Valutazione del danno sanitario di tipo predittivo, anticipato, per capire cosa presumibilmente potrà accadere in base al livello di produzione dello stabilimento siderurgico”. Lo ha detto due giorni fa il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, intervenendo al Tavolo del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto, presieduto dal titolare del Mise, Luigi Di Maio.
“Inseriremo nell’Aia un nuovo strumento che stiamo elaborando e che vedrà presto la luce – ha aggiunto Costa – che ci consentirà, ad Aia assegnata, di sapere cosa potrà accadere”.
Il ministro ha poi spiegato che, nel caso di Taranto, attualmente è prevista una produzione di 6 milioni di tonnellate annue e 8 milioni di tonnellate al termine dell’ambientalizzazione: “In fase predittiva – ha sottolineato – sapremo come gira il sistema, e questa è una novità molto significativa che partendo da Taranto si applicherà poi a tutta Italia. L’innovazione consiste nell’introduzione di un elemento di dinamicità nell’ipotesi di nuova Aia, una modalità nuova che consentirà di leggere i dati volta per volta e di intervenire sul cosiddetto rischio sanitario. Il prossimo step – ha concluso il titolare dell’Ambiente – sarà la firma del decreto ministeriale che sostituisce il ‘Clini-Balduzzi’; in parallelo, come Ministero, stiamo seguendo l’ambientalizzazione tramite Ispra e Arpa, con uno scambio di dati che funziona, e poi tutto l’aspetto che riguarda la bonifica più ampia che non riguarda solo AncelorMittal”.