In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’Onu e celebrata ogni 22 marzo, l’Istat ha fornito un quadro di sintesi sulle risorse idriche. Vediamo così che nel periodo 2001-2010 a livello nazionale è stato registrato un aumento di circa il 6% della quantità di risorse idriche rinnovabili rispetto ai trent’anni precedenti (1971-2000). La media delle precipitazioni complessive nel periodo 2001-2010 è stata superiore dell’1,8% al valore del trentennio 1971-2000. Il deflusso totale dei corsi d’acqua verso il mare e delle acque sotterranee è stato, nella media annua, di 123 miliardi di metri cubi nel decennio 2001-2010, in leggero aumento (+6%) rispetto al trentennio 1971-2000 (116 miliardi di metri cubi). A partire dagli anni ’80 i ghiacciai alpini sono risultati in graduale regresso, culminato nel 2007 con il 99% di essi in ritiro, quota poi è diminuita nel 2014 all’88%. Dei circa 250 chilometri cubi di ghiaccio presenti sulle Alpi al culmine della Piccola età glaciale (Anni 1820-1850) ne restavano circa 150 chilometri cubi negli anni ’70 e soltanto 80 chilometri cubi nel 2011. Il ghiaccio perso sull’arco alpino dagli anni ’80 ad oggi corrisponde, in termini di volume d’acqua, a circa quattro volte la capacità del Lago Maggiore. Dai dati Istat sappiamo che i prelievi di acqua effettuati nel 2012 sono stati destinati per il 46,8% all’irrigazione delle coltivazioni, per il 27,8% ad usi civili, per il 17,8% ad usi industriali, per il 4,7% alla produzione di energia termoelettrica e per il restante 2,9% all’attività zootecnica.