La media che fa riflettere: un comune sciolto ogni 30 giorni
Il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali, tracciato dal dossier «Il male in Comune» di Avviso Pubblico, disegna un quadro di profonda emergenza democratica. In 34 anni, dal 1991 al settembre 2025, sono stati 402 gli scioglimenti di enti locali decretati per condizionamento della criminalità organizzata.
Questo dato si traduce in una media impressionante: un comune sciolto al mese per quasi quattro decenni. Complessivamente, i provvedimenti hanno riguardato 294 Enti locali (di cui 288 Comuni e 6 Aziende Sanitarie Provinciali), evidenziando il problema degli scioglimenti plurimi: 83 amministrazioni sono state commissariate due o più volte.
La mappa del condizionamento: il 96% nel Sud Italia
L’analisi geografica del dossier conferma una forte concentrazione del fenomeno, pur non risparmiando il Centro-Nord.
- Calabria, Campania e Sicilia si confermano l’epicentro del problema, assorbendo il 89% degli scioglimenti totali (360 casi).
- Includendo la Puglia, la percentuale di scioglimenti nel Sud Italia sale al 96% (386 casi).
- Il restante 4% (16 scioglimenti) ha interessato il resto della penisola, con casi registrati in regioni come Lazio (5), Piemonte (3) e Liguria (3).
La vulnerabilità è particolarmente acuta in alcune aree: il 63% di tutti gli scioglimenti si è verificato in appena cinque province: Reggio Calabria, Napoli, Caserta, Palermo e Vibo Valentia.
Le dimensioni della fragilità: i piccoli centri nel mirino
Il report sfata l’idea che le infiltrazioni riguardino solo le grandi città, dimostrando anzi come i piccoli comuni siano i più facilmente penetrabili.
- Il 72% dei Comuni sciolti aveva una popolazione inferiore ai 20mila abitanti.
- Addirittura, più della metà, il 51%, contava meno di 10mila abitanti.
Questo dato sottolinea la fragilità delle strutture amministrative minori di fronte al tentativo mafioso di condizionare l’economia locale e l’assegnazione di appalti e servizi.
L’andamento e la giustizia amministrativa
L’andamento temporale degli scioglimenti è stato fluttuante, con un picco storico nel triennio 1991-1993 (76 provvedimenti) e una ripresa decisa a partire dal 2012, con punte massime nel triennio 2017-2019, che ha superato i 20 scioglimenti annui.
Nonostante la gravità dei fenomeni accertati, il dossier registra anche l’esito dei contenziosi amministrativi:
- Solo in 24 casi (meno del 6% del totale), i tribunali amministrativi (TAR e Consiglio di Stato) hanno disposto l’annullamento dei decreti, spesso rilevando la mancanza di elementi univoci e concreti di condizionamento mafioso.
Fonte: Avviso Pubblico