Il nuovo Esecutivo è oggi in Parlamento per il rito della Fiducia. Intanto, nel Paese si moltiplicano i commenti degli osservatori sulle misure contenute nel “Contratto di Governo”, mentre crescono le attese dei cittadini che auspicano un nuovo corso, un “cambio di passo” – come si diceva qualche tempo fa – nelle vicende nazionali. Al di là delle opinioni e dei punti di vista, comunque, diversi sono i dossier importanti sul tavolo del premier Conte e dei suoi Ministri.
DEF – Il primo dossier per l’Economia è il Def, il documento di economia e finanza che dovrà essere votato dall’aula della Camera e del Senato nella settimana dall’11 al 15 giugno. La data sarà concordata con la presidente del Senato, Elisabetta Casellati.ala, erutta vulcano El Fuego,…>
FLAT TAX – Un altro dei temi caldi è la flat tax, (letteralmente ‘tassa piatta’), ossia un sistema fiscale non progressivo, basato su un’unica aliquota fissa. In verità, il programma prevede due aliquote fisse al 15 e al 20% per persone fisiche, partite IVA, imprese e famiglie che andrebbero a sostituire le cinque aliquote attuali, che vanno dal 23 al 43%. La riforma fiscale sarebbe inoltre caratterizzata da “un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta, in armonia con i principi costituzionali”. Una misura che, stando a quanto affermato dal neoministro Tria, potrebbe essere finanziata anche attraverso l’aumento dell’Iva.
IVA – Sul 2019 pende la spada delle clausole di salvaguardia, la cui sterilizzazione non è ancora stata scongiurata. Se dovessero scattare, oltre al conseguente aggravio per i bilanci delle famiglie e un calo dei consumi, si verificherebbe un effetto depressivo sulla produzione e un peggioramento dei livelli occupazionali. Per evitare l’aumento dell’Iva, Tria dovrà trovare 12,5 miliardi di euro per il 2019 e 19,1 miliardi di euro per il 2020. Se dovessero scattare le clausole di salvaguardia, a partire dal primo gennaio 2019 l’aliquota ordinaria passerebbe dal 22 al 24,2%, mentre quella ridotta salirebbe dal 10 all’11,5%. Negli anni successivi la situazione potrebbe peggiorare, fino a portare l’Iva ordinaria al 25% nel 2021 e quella agevolata al 13% nel 2020.
QUOTA CENTO – Per superare la legge Fornero, dovrebbe essere introdotta la cosiddetta ‘quota 100’, ossia la possibilità per i lavoratori di andare in pensione quando la somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi versati sia pari almeno a 100. Per attuare la riforma pensionistica, il Governo prevede un esborso di 5 miliardi, ma secondo una stima effettuata dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, la misura avrebbe un costo, di 15 miliardi per il primo anno e di un massimo di 20 miliardi all’anno per i successivi. Secondo il ministro Tria, che assume al momento una posizione interlocutoria, “allo stato attuale, una stima del costo mi sembra ancora velleitaria se non si chiarisce il meccanismo, anche perché l’abitudine di denunciarne l’impatto cumulandone il costo per un lungo periodo di tempo non contribuisce alla chiarezza in termini di impatto che è importante quanto il lungo periodo”.
REDDITO DI CITTADINANZA – Questa misura prevede 780 euro mensili per chi abbia perso il lavoro. Un parametro basato sulla scala Ocse per nuclei familiari più numerosi. Nel Contratto di Governo si precisa che l’erogazione del reddito di cittadinanza presuppone un impegno attivo del beneficiario che dovrà aderire alle offerte di lavoro provenienti dai centri dell’impiego (massimo tre proposte nell’arco temporale di due anni), con decadenza dal beneficio in caso di rifiuto allo svolgimento dell’attività lavorativa richiesta. Per attivare la misura, sarebbero necessari circa 17 miliardi di euro.