Il Consiglio di Stato ha reso noto il parere sullo schema di decreto riguardante la riforma delle disposizioni legislative in materia di tutela dei minori nel settore cinematografico e audiovisivo. Al di là di una visione consigliata o sconsigliata dei film nelle sale cinematografiche, insieme alla comparsa di un bollino verde, giallo o rosso sul piccolo schermo, viene davvero proiettato e trasmesso di tutto. Tanto che si è reso necessario un chiarimento sul provvedimento che adegua al nuovo contesto sociale e culturale le disposizioni della legge 161 del 1962, incentrate sul meccanismo della censura, ovvero dell’esame preventivo dei film da parte della Commissione di revisione, che può imporre divieti ai minori di 14 o di 18 anni, negando talvolta il nulla osta all’uscita in sala, o subordinarlo a modifiche o tagli di scene o battute.
Il Consiglio di Stato ha espresso apprezzamento per l’impianto del Decreto, incentrato sulla responsabilizzazione diretta di produttori e distributori, ai quali spetterà di qualificare il film come “per tutti”, adatto o meno ai minori di 6 anni (nuova fascia introdotta), oppure vietato agli under 14 – 18. La nuova Commissione di verifica, che sostituisce quella di revisione del lontano 1962, dovrà verificare la correttezza della qualificazione proposta ed eventualmente modificarla. Nel parere vengono, tuttavia, espresse perplessità sulle modalità di composizione di questa nuova Commissione. Secondo la Sezione è opportuna quanto condivisibile la scelta di responsabilizzare le famiglia, grazie al carattere “flessibile” dei divieti di visione ai minori di 14 e 18 anni, superabili, in certi casi, per gli under 10 – 14 accompagnati al cinema da un famigliare; così come la previsione di informazioni sulla classificazione dei film grazie ad icone che contraddistinguano i contenuti “sensibili” per la tutela dei minori, ad esempio per scene di violenza, sesso, uso di armi, reiterato turpiloquio.