Gli addetti ai lavori la chiamano la «madre di tutte le sanzioni», calcolata in diverse centinaia di milioni, «potenzialmente sino a un miliardo». L’Italia rischia per la continua violazione delle norme sulla qualità dell’aria, ora che l’Ue rilancia le due procedure aperte da tempo contro Roma.
A causa della mancata riduzione dello smog, e soprattutto delle polveri sottili nelle principali città italiane, la Commissione europea potrebbe passare alla seconda fase della procedura d’infrazione comunitaria (il “parere motivato”), che potrebbe poi sfociare in un ricorso alla Corte europea di Giustizia con la richiesta di condannare l’Italia a pagare una sanzione forfettaria da 1 miliardo di euro, più sanzioni pecuniarie aggiuntive proporzionali alla durata ulteriore delle violazioni alla direttiva sulla qualità dell’aria.
A sostenerlo fonti della Commissione europea, con riferimento in particolare al superamento consistente delle soglie per la concentrazione di particolato Pm10 (la soglia media annuale di 40 microgrammi per metro cubo e quella giornaliera di 50 microgrammi/m3) in tutta la Pianura Padana (Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto), a Roma e a Napoli. In queste aree “siamo a circa 100 giorni di superamento del limite massimo giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo, il triplo della soglia di tolleranza di 35 giorni all’anno“.
Si tratta di una situazione simile a quelle di Bulgaria e Polonia. E se l’Italia si colloca subito dopo questi due Paesi per il numero di giorni di “sforamento” all’anno, con picchi inferiori a quelli registrati in alcune città bulgare e polacche, la nostra situazione nazionale “è peggiore in termini di morti premature attribuite all’esposizione al Pm10 e al biossido di azoto: le cifre ufficiali, fornite dall’Agenzia europea per l’Ambiente, vedono l’Italia al primo posto assoluto nell’Ue con 84.000 decessi prematuri all’anno“, hanno precisato le fonti. Si tratta di “livelli di esposizione incompatibili con il diritto alla protezione della salute dei cittadini, che è il primo obiettivo delle norme Ue sulla qualità dell’aria“.
Il Nord è soffocato e scatta l’emergenza in molte città. Ma a far paura è il dato fornito dai medici: in 7 anni le morti a causa delle polveri sottili sono più che raddoppiate. Pronto soccorso ospedalieri e studi medici sono presi d’assalto quando appunto le polveri sottili nelle nostre città superano il livello di guardia.
Quindi, a mettere in fila i fatti, è vero che, specie sulla Pianura Padana, non piove e l’aria si fa via via sempre meno respirabile, che l’Italia viola in effetti sistematicamente i limiti imposti, che diossido di carbonio e polveri sottili fanno male alla salute, che la mannaia delle sanzioni europee (addirittura un miliardo di euro) è sul punto di essere brandita.
Quando arriverà – alla fine del lungo iter che hanno le procedure di infrazione europee e salvo colpi di scena non previsti – dover pagare la multa sembrerà però la migliore delle peggiori notizie, potrà parere quasi un’inezia rispetto al pedaggio di vite umane imposto dalla polveri sottili, alle 66 mila morti premature attribuite allo smog ogni anno, ai 695 mila anni di vita bruciati dall’ossigeno avariato e logorato dalla vita moderna.
La Commissione Ue, garante del rispetto delle norme che gli Stati si sono attribuite, dunque, sta per muoversi. Fonti concordanti rivelano che, per metà febbraio, è atteso il parere motivato (secondo stadio della procedura avviata nel 2015) che inviterà Roma a correggere lo sforamento dei limiti minimi di biossido di azoto contenuti nell’atmosfera, inquinante che scaturisce per il 40 per cento dal traffico stradale.