Un monitoraggio del Consorzio Italiano Compostatori, presentato a un convegno sulla gestione dei rifiuti in Austria, rivela che in Italia i rifiuti organici raccolti con la differenziata sono composti per il 5% da plastica. Questo dato emerge grazie alle analisi effettuate su 27 impianti (15 di compostaggio, 12 di digestione anaerobica e compostaggio) nell’ambito del progetto “Di che plastica 6”, svolto in collaborazione con Assobioplastiche, CONAI e COREPLA.
I monitoraggi effettuati dal CIC hanno rivelato che la contaminazione dell’organico raccolto in Italia ammonta al 4,9%. La plastica non compostabile, in buona parte derivante dai sacchetti non idonei alla raccolta, finisce per compromettere la buona riuscita dello smaltimento a impatto zero.
Situazioni analoghe si registrano anche in altri paesi europei, come Germania, Svizzera e Austria. In quest’ultimo paese, il locale consorzio dei compostatori, il KBVO, ha lanciato una campagna per la promulgazione di una legge sul divieto di commercializzazione degli shopper monouso e dei sacchi per frutta e verdura di plastica non compostabile. Questo divieto è già stato introdotto in Italia ed in Francia e dal 2020 lo sarà anche in Spagna.