“La regolamentazione sperimentale del gioco legale sul territorio” sarà al centro di un corso informativo che si terrà il prossimo 26 settembre nella sede di Anci Piemonte a Torino. Nell’ambito dell’incontro verrà presentato l’applicativo chiamato Smart, ovvero Statistiche monitoraggio e analisi della raccolta territoriale del gioco fisico, realizzato dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e da Sogei per fotografare i flussi dei giochi legali nei singoli Comuni.
“L’applicativo Smart, che sarà messo a disposizione dei Sindaci – ha spiegato il vicepresidente vicario di Anci Piemonte, Mauro Barisone, promotore dell’evento – è uno strumento utile per gli amministratori pubblici che intendano monitorare il fenomeno dei giochi, in continua espansione”.
Il seminario è realizzato in collaborazione con Anci nazionale e Regione Piemonte. Nel nostro Paese il gioco d’azzardo ha assunto dimensioni che destano crescenti preoccupazioni portando a riflettere sul rischio per molti soggetti, di una vera e propria dipendenza comportamentale (Gioco d’azzardo patologico – Gap), con gravi disagi per la persona, vista l’incapacità di controllare la compulsione, compromettendo spesso anche l’equilibrio lavorativo, finanziario e familiare, fino all’indebitamento o all’assoggettamento a tassi usurai presso la criminalità organizzata. Quest’ultimo è un aspetto del problema messo in evidenza dalla stessa Direzione nazionale antimafia, che ha rilevato come proprio nell’ambito dei giochi legali, la criminalità organizzata abbia effettuato ingenti investimenti.
Nel 2017 un adulto su tre ha giocato d’azzardo almeno una volta. Sono invece un milione e mezzo i giocatori problematici. Questi alcuni dei dati (ottobre 2018) emersi dalla prima indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito dell’accordo scientifico con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’indagine ha scattato una fotografia ampia e puntuale del fenomeno, prendendo in considerazione molti fattori sull’esperienza sociale del gioco e sugli elementi invece che possono concorrere all’instaurarsi del comportamento problematico. “Lo studio, affidatoci dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dello Stato – ha detto l’ex presidente dell’ISS, Walter Ricciardi – è il più grande mai realizzato prima in Italia e ci offre la possibilità di fotografare un fenomeno, prevalente al Sud e nelle Isole, il cui monitoraggio può essere una guida per valutare l’efficacia delle azioni di prevenzione e gli interventi di assistenza”.
La ricerca epidemiologica, realizzata in collaborazione con Explora (Centro di analisi statistiche), ha consentito di focalizzare l’attenzione sul fenomeno gioco d’azzardo considerando i molteplici fattori che possono concorrere all’instaurarsi del comportamento problematico senza tralasciare i fattori che caratterizzano l’esperienza sociale del gioco. Tra le novità di questi studi il focus sui minori tra i 14 e i 17 anni e il focus sugli over 65. Lo studio nella popolazione adulta ha coinvolto complessivamente un campione rappresentativo della popolazione residente in Italia di 12.007 adulti. Il campione è composto dal 47,6% di maschi e dal 52,4% di femmine.
Dal 2017 è attivo presso il Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità, il Numero Verde 800 558822 per aiutare e orientare le persone con problemi legati al gioco d’azzardo e i loro familiari. “Dall’indagine è emerso che 18 milioni di italiani adulti hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno – ha sottolineato il direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’ISS Roberta Pacifici – di questi più di 13 milioni giocano in modo “sociale”, due milioni presentano un profilo a basso rischio e un milione e 400mila persone presentano un rischio moderato. Un milione e mezzo sono giocatori problematici sono cioè coloro che faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare la spesa, alterando inoltre i comportamenti sociali e familiari”.