“Non solo non sono estromessi i sindaci dei Comuni” dei territori del Centro Italia colpiti dal terremoto del 24 agosto, ma “sono l’elemento fondamentale. Qui non c’è un commissario che dall’alto, da Roma, decide o fa: qui tutte le cose che faremo le decideremo insieme”. Lo ha detto a Radio anch’io su Radio Rai 1 il commissario per la ricostruzione Vasco Errani.
“La ricostruzione si fa con le istituzioni e punto fondamentale sono i Comuni. Poi – ha ricordato – abbiamo Comuni che sono tutti sotto i 3mila abitanti, in una situazione di grandissima difficoltà e abbiamo bisogno di lavorare insieme. Per me le istituzioni che lavorano insieme partono dal territorio, dal basso e credo che questo sia l’elemento chiave della ricostruzione. È stato così finora e lo sarà per tutto il percorso della ricostruzione, senza fare ragionamenti politicisti o di appartenenze ma guardando alle cose concrete da fare”, ha sottolineato Errani.
“Siamo di fronte a un decreto che imposta pienamente la ricostruzione e che con la legge di bilancio troverà la piena copertura per la ricostruzione”.
“Era importante – ha evidenziato Errani – che ci fossero tempi significativamente più rapidi rispetto ad altre esperienze, anche se abbiamo la consapevolezza che ricostruire centri storici è un percorso di anni, che affronteremo”.
Illustrando i contenuti del dl terremoto varato dal cdm che, in 53 articoli, fissa i capisaldi di tutti gli interventi necessari alla ricostruzione e al sostegno alla ripresa economica delle zone colpite dal terremoto in Centro Italia del 24 agosto, il Commissario straordinario per la ricostruzione nelle Vasco Errani, ha spiegato che riguardo alla platea degli “aventi diritto”, è stata fatta “una scelta di definire aree nelle diverse regioni per complessivi 62 comuni”. E questo “usando due criteri: il primo la mappa macrosismica cioè l’intensità del danno subito e dall’altra parte una definizione di aree omogenee per essere in grado di poter dare forza alla ricostruzione anche dal punto di vista dell’economia”.
“Parliamo – ha aggiunto Errani – di territori di montagna, di territori dove il processo di spopolamento è in atto da tempo e il nostro obiettivo è al contempo ricostruire le pietre, le strutture pubbliche e private, ma anche invertire il processo di spopolamento e quindi la strategia è definire nuovi modelli di sviluppo”.
“Noi riconosciamo il 100% dei danni ai privati, a tutte le abitazioni, anche alle cosiddette seconde case, nella consapevolezza che le seconde case in questi territori sono case di famiglia che rappresentano identità ed economia. Senza questa scelta non si sarebbe potuto parlare di ricostruzione”. Il commissario per la ricostruzione ha specificato, inoltre, che, per quanto riguarda i danni subiti fuori dalle aree interne ai 62 comuni colpiti, verrà riconosciuto “il 100% dei danni per le abitazioni private e per le seconde case collocate nei centri storici e nei borghi e il 50% per quelle che sono fuori dai borghi, perché – ha spiegato – in questo modo rappresentiamo concretamente la scelta strategica di ricostruire i borghi e i centri storici”.
“Questo – ha rivendicato Errani – è l’impianto più completo rispetto alle esperienze che ci stanno alle spalle e dà l’idea di una scelta fondamentale che parla al paese: proviamo a costruire un nuovo modello economico e sociale nelle aree interne dell’Appennino e dell’Italia per vedere se indichiamo una via nuova che dia prospettive e sviluppo”.
“Tutte le ditte che lavoreranno nel piano della ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 24 agosto scorso”, in Lazio, Umbria e Marche, dovranno “essere iscritte nella ‘white list'”. Errani ha spiegato che, con il dl approvato ieri, verrà istituita “una struttura speciale, istituita dal ministero dell’Interno e presieduta da un prefetto, dedicata alla ‘white list’ e dall’Anac per garantire controlli rafforzati”.
Errani ha garantito che tutto sarà ricostruito “con miglioramento e adeguamento sismico. Le risorse dei finanziamenti comprendono questi due elementi – ha garantito – Un terremoto 6.0 non deve produrre più vittime e crolli in quei territori. La ricostruzione pubblica sarà piena”, ha quindi concluso.