L’Istat ha reso disponibili le informazioni sull’area del Centro Italia colpita dal sisma del 24 agosto, includendo i 17 Comuni interessati dal decreto di differimento per l’adempimento degli obblighi fiscali a causa della gravità dei danni subiti. Si tratta di Arquata del Tronto (Ap), Acquasanta Terme (Ap), Montegallo (Ap), Montefortino (Fm), Montemonaco (Ap), Preci (Pg), Norcia (Pg), Cascia (Pg), Monteleone di Spoleto (Pg), Accumoli (Ri), Amatrice (Ri), Cittareale (Ri), Montereale (Aq), Capitignano (Aq), Campotosto (Aq), Valle Castellana (Te) e Rocca Santa Maria (Te). I 17 Comuni che hanno subito danni strutturali gravi si estendono complessivamente su una superficie di 1.728 chilometri quadrati dove risiedono poco meno di 25.000 abitanti. Di essi il 28,3% ha almeno 65 anni di età, 6,3 punti percentuali in più di quanto registrato mediamente sull’intero territorio nazionale. La percentuale di popolazione di età pari o inferiore ai 14 anni è di circa 10,2. Il territorio interessato è prevalentemente montuoso, per l’87,2% nei Comuni del Lazio e per il 77,8% in quelli dell’Abruzzo, con oltre il 70% della superficie oltre i 900 metri sul livello del mare. I dislivelli altimetrici sono notevoli: quasi il 13% del territorio si colloca infatti oltre i 1.500 metri sopra il livello del mare e circa il 30% al di sotto dei 900 metri. Soltanto il 4,1% del territorio è pianeggiante (nelle Marche il 10,2%). L’estensione della superficie artificiale complessiva (edifici residenziali, non residenziali e infrastrutture) è dell’1,3%. Circa il 50% del territorio dei Comuni terremotati è incluso in aree naturali protette. Nei Comuni considerati il volume di acqua per uso potabile prelevato nel 2012 dalle fonti di approvvigionamento è stato di oltre 39 milioni di metri cubi (lo 0,4% del prelievo nazionale), la produzione giornaliera ad uso potabile di 108 mila metri cubi nel 2012. Il 70,8% dei quasi 22.000 edifici residenziali dei comuni colpiti dal sisma è stato costruito prima del 1971 (anno in cui è entrata in vigore la normativa antisismica relativa alle norme tecniche di costruzione). Oltre l’80% del patrimonio edilizio, nel 2011, è stato valutato in ottimo o buono stato di conservazione prima del sisma. Gli edifici in pessimo stato di conservazione risultano, nel 2011, meno dell’1,5% del totale. Il valore aggiunto per abitante nel complesso dei 17 comuni considerati è, nel 2013, pari a 8.400 euro, poco sopra la metà di quello medio nazionale (15.800 euro) e più vicino al valore medio del Mezzogiorno (8.800 euro). Le aziende agricole censite nel 2010 nei comuni con danni strutturali gravi sono 1.894. Nel 2015 sono operative 282 strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, per un totale di 8.387 posti letto (lo 0,2% dell’intera ricettività presente sul territorio nazionale). Il bilancio dei danni al patrimonio culturale stilato dal Comando dei Carabinieri e dal Ministero per i Beni e le attività culturali e il turismo ammonta a 293 beni d’interesse culturale distrutti o gravemente danneggiati.