Ieri mattina la III Commissione speciale ‘Terra dei Fuochi, bonifiche ed ecomafie’ del Consiglio regionale della Campania si è riunita per discutere di ‘Emergenza roghi e stato di attuazione del Patto per la Terra dei Fuochi’. All’audizione, presieduta dal consigliere regionale Gianpiero Zinzi, hanno partecipato la vice presidente Loredana Raia, la segretaria Maria Muscarà, i consiglieri regionali Francesco Emilio Borrelli; Maria Antonietta Ciaramella, Luciano Passariello, Pasquale Sommese, Giovanni Zannini; il commissario per il Patto per la Terra dei Fuochi, Donato Cafagna; il dirigente del Settore Ambiente della Giunta regionale della Campania, Adelaide Pollinaro; l’amministratore unico di Sma Campania, Raffaele Scognamiglio; il dirigente UOC Siti contaminati e bonifiche dell’Arpac, Salvatore Di Rosa; il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Caserta, Domenico De Bartolomeo; il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Napoli, Gaetano Vallefuoco; il comandante del RGPT Campania, colonnello Salvatore Sarcià; i responsabili dei Parchi regionali Campi Flegrei, Roccamonfina e Matese; nonché una folta rappresentanza dei sindaci del Patto.
Più che un “cahier de doléance” quello dei sindaci dei Patto per la Terra dei Fuochi è un vero e proprio grido di allarme, una richiesta di aiuto perché – stretti come sono tra scarsezza di risorse economiche, vincoli nella spesa e carenza di personale – si ritrovano quotidianamente a combattere contro una mancanza di senso civico davvero difficile da contrastare. E’ il quadro che emerge dalla lunga audizione con un dato più che acclarato: c’è bisogno di maggiore coordinamento tra i soggetti del Patto. Il punto su cui tutti concordano è quello delle poche risorse in bilancio per mettere in campo le azioni necessarie, soprattutto quelle di prevenzione come le videocamere. Molti hanno lamentato la carenza di organico, spesso anche in termini di anzianità, perché, ha detto uno dei primi cittadini del Casertano “non posso mandare in pattuglia un vigile di oltre 60 anni. E non posso assumerne di giovani. Allora, come faccio?”. Chi non se la passa male dal punto di vista finanziario e può vantare un discreto livello di raccolta differenziata (qui si è raggiunto il 59,2%) è il sindaco di Casalnuovo (Napoli) Massimo Pelliccia che però mette a fuoco una situazione tra il contraddittorio e il paradossale: “Mi si dice che il comune deve intervenire ‘in danno’ per la rimozione dei rifiuti se il privato proprietario dell’area non lo fa. E’ una spesa ulteriore da affrontare, non sempre possibile. E la Regione oggi ci viene a dire che potrebbe agire a sua volta in danno rispetto ai comuni se non intervengono. Allora come la mettiamo con l’Alveo del Santo Spirito che è di proprietà della Regione?”. “La Giunta della Campania non vuole essere ‘matrigna’ – la replica del dirigente Palmieri – non vuole fare attività punitive. Il punto è che deve agire secondo procedura di legge per intervenire laddove il comune non lo faccia.
Siamo consapevoli di avere problemi anche su aree di nostra competenza”. E se il sindaco di Acerra Raffaele Lettieri, al di là dei problemi, riferisce di essere riuscito a far fare la raccolta differenziata a una piccola comunità di rom del suo comune, la cosa più strabiliante, seppur normale e comune a molti primi cittadini (non solo della Terra dei Fuochi) è quello che racconta il sindaco di Sant’Antimo Francesco Piemonte in relazione all’uso delle videocamere: “Un alunno di scuola elementare ha scritto in un tema: “Hanno messo le telecamere per controllare a che ora si va a buttare ‘a munnezza. Ma, mia mamma è furba. La va a buttare di notte quando sono spente'”. Una realtà amara che dimostra lo scarsissimo senso civico che sta alla base del fenomeno dei roghi: l’abbandono dei rifiuti in luoghi e orari non consentiti. A chiusura delle audizioni è intervenuto il prefetto Cafagna che ha ricordato come il suo ruolo di commissario governativo sia “un’azione di affiancamento e non di sostituzione” e ricordato che nel corso dei mesi, anche su suggerimento dei sindaci, sono stati fatti degli aggiustamenti in corso d’opera: “ad esempio abbiamo concentrato la presenza dei 200 militari dell’esercito solo in quei comuni e quelle aree dove era necessario”.