Dal 2008 a oggi, la tassa sui rifiuti, prima Tares e adesso Tari, è aumentata del 100%.
Il dato emerge da uno studio della Confcommercio pubblicato a inizio anno. Gli aumenti maggiori della tassa sui rifiuti si sono verificati negli ultimi cinque anni, e in base a uno studio della Confcommercio, hanno interessato gli ortofrutta, le pizzerie, le discoteche (+ 600%) e i ristoranti (+500%). La ricerca evidenzia inoltre grandi divari territoriali a parità di livelli qualitativi del servizio, in alcuni casi la spesa per la gestione dei rifiuti ha valori significativamente differenti persino tra Comuni vicini, con picchi che sfiorano il 900%. Ancora più anomali i divari di costo, sempre a parità di condizioni, tra medesime categorie economiche, per un albergo di mille metri quadri lo scostamento arriva al 983%, passando da un minimo di 1.200 euro a un massimo di 13mila euro. Situazione simile per un ristorante di 180 metri quadri, si parte dai 500 euro l’anno per arrivare a quasi 10mila euro, più 1.900%. Anche prendendo ad esempio un negozio di calzature di 50 metri quadri la situazione non cambia, il divario registrato è del 677% con variazioni da un minimo di 90 euro a quasi 700 euro l’anno.
Secondo la Confcommercio la causa dell’aumento dell’imposta va cercata soprattutto nell’inefficienza dei Comuni, che nel 2015 ha prodotto un mancato risparmio di 1,3 miliardi di euro. Il 62% dei Comuni capoluogo di provincia — spiega lo studio — ha speso per la gestione dei rifiuti più del proprio fabbisogno, offrendo però livelli di servizio e prestazioni inferiori. Non mancano comunque esempi positivi come la città di Fermo, dove la gestione dei rifiuti ha una spesa per abitante di 86 euro e circa il 52% di risparmi. In fondo alla classifica c’è invece Brindisi, che lo scorso anno ha speso 308 euro a cittadino, il 97,54% in più rispetto al fabbisogno standard.
Nel 2015 la cifra riscossa dallo Stato attraverso la Tari è stata di 8,7 miliardi di euro. Il 9,7% in più rispetto all’anno precedente. In Italia gli aumenti maggiori sono avvenuti nelle regioni del Centro (+15,8%) e al Sud (+10,5%). Nel Nord Ovest la crescita è stata dell’8,7%, al Nord Est del 5,9% e nelle Isole (Sicilia e Sardegna) del +2,9%.
E come se non bastasse, si prevede che quest’anno debba ancora aumentare. Infatti, secondo lo studio annuale dell’Osservatorio Nazionale della Federconsumatori, sui costi relativi al mantenimento di un appartamento di 90 mq in una zona semicentrale di una grande area metropolitana, nel 2016 si registrerà una variazione mensile rispetto allo scorso anno pari a più +4%.