È forse l’episodio di cronaca che ha fatto più discutere nei giorni scorsi: il ristoratore di Lodi che spara e uccide il ladro che cerca di entrare nel suo ristorante. Ora una pronuncia del Tribunale amministrativo di Genova irrompe nel dibattito che la tragica vicenda ha generato.
Secondo i giudici amministrativi liguri un imprenditore può usare un’arma legittimamente detenuta per difendere i beni aziendali all’interno del luogo dove viene esercitata l’attività, quando esiste il pericolo d’aggressione, in particolare di furti. Questa una delle motivazioni con cui il Tar ha accolto il ricorso di un impresario che si era visto negare dal Prefetto di Savona il rinnovo dell’autorizzazione al porto di pistola per difesa personale.
L’impresario aveva denunciato diversi furti di gasolio presso la propria ditta, evidenziando inoltre la necessità di trasportare spesso denaro contante per il pagamento di clienti e fornitori.
Il Tar ha annullato così il provvedimento che aveva impedito il rinnovo del permesso per porto di rivoltella e ha condannato il Ministero dell’Interno al pagamento delle spese di giudizio (duemila euro). «La comunicazione dei motivi ostativi si è limitata a rilevare che il ricorrente potrebbe avvalersi dei servizi del sistema bancario per evitare il trasporto di elevate somme di denaro, e che non ha subito minacce, aggressioni e reati di altro genere contro la persona – spiega il Tar nella sentenza – Tali motivazioni non erano mai state ritenute sufficienti a negare il dimostrato bisogno per il rilascio della licenza per porto di pistola».
L’ordinamento, prosegue il Tar, considera «scriminante – e dunque consentito – l’uso di un’arma legittimamente detenuta anche al fine di difendere i propri beni all’interno di un luogo ove venga esercitata un’attività imprenditoriale, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione». Il Tar aggiunge che l’uso dei contanti «sembrerebbe essere riferibile ad esigenze di fornitori e clienti», non del ricorrente che ha dimostrato di avere nel recente passato denunciato «svariati furti di gasolio presso il piazzale della propria ditta»