Insorgono i Sindaci dei Comuni terremotati. Sostengono che il decreto-sisma recentemente approvato dalla Camera sia lacunoso e rischi di spingere al dissesto gli enti del cratere, già pesantemente segnati dalla Natura. L’allarme è stato lanciato dai primi cittadini di Spoleto (Fabrizio Cardarelli), di Ascoli (Guido Castelli), di Macerata (Romano Carancini), di Teramo (Maurizio Brucchi). “Siamo profondamente insoddisfatti – dicono – perchè sono stati respinti tutti gli emendamenti provenienti dall’Anci, e comunque sollecitati dagli enti locali, volti a sostenere i Comuni del cratere sotto il profilo dei vincoli di finanza pubblica. Alludiamo a modifiche e integrazioni indispensabili affinchè i Sindaci possano svolgere quel ruolo attivo che, pure, il decreto per altri versi dichiara di voler stimolare. I Comuni possono e devono essere gli agenti pubblici protagonisti del complesso processo di ricostruzione e, dopo tante incertezze, le autorità nazionali sembrano aver finalmente accettato questo elementare principio. Ciò potrà accadere, tuttavia, solo se i Comuni del cratere – già severamente debilitati da sei anni di tagli selvaggi – verranno preservati dai rischi di un dissesto finanziario causato dalle implicazioni finanziarie del sisma”. A tal fine, aggiungono, era stato chiesto al Governo e alla Camera che fosse garantita ai Comuni del cratere la deroga all’obbligo del pareggio di bilancio (ex patto di stabilità) per il triennio 2017-019. Un intervento assolutamente necessario e che, di fatto, ove non introdotto potrebbe determinare – sottolineano con forza – effetti paradossali come l’impossibilità tecnica di spendere i soldi ricevuti per effetto di donazioni. “Avevamo altresì evidenziato l’esigenza di prevedere, anche per il 2017, un congruo effetto compensativo a fronte dello slittamento rateale del pagamento dei tributi comunali dell’anno in corso – scrivono – Senza queste elementari integrazioni normative, tra l’altro, i Comuni soffriranno enormi problemi in termini di equilibri di cassa anche alla luce della necessità di anticipare risorse per il pagamento degli interventi in somma urgenza susseguitisi negli ultimi mesi. Avevamo richiesto anche specifici interventi normativi che prevedessero il ristoro integrale, o quantomeno parametrizzato, anche del minore gettito della tassa sui rifiuti. A fronte di queste richieste – proseguono – la Camera ha preferito glissare e far finta di niente. Ora la palla passa al Senato. Tocca a Palazzo Madama scegliere se devastare la capacità operativa dei Comuni e dei territori vittime della più grave crisi sismica che l’Italia abbia mai ricordato dal 1703 a oggi, oppure consentirci di aiutare la nostra gente. Chiederemo al Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, di sostenere con determinazione questa nostra battaglia, che è la battaglia di tutti. Se qualcuno vuole davvero aiutare le popolazioni dell’Appennino colpite dal sisma – concludono Cardarelli, Castelli, Brucchi, Carancini – è ora di dimostrarlo”.