I reati diminuiscono, in particolare furti e rapine. Nel complesso, secondo le cifre del Ministero dell’Interno, l’ultimo anno ha visto un calo del 9,2% dei “delitti” in Italia, passati dai 2.457.764 del 2016 a 2.232.552. Nel dettaglio, gli omicidi sono stati 343 (-11,8%), di cui 46 attribuibili alla criminalità organizzata e 128 in ambito familiare-affettivo. Calano anche le rapine (28.612, -11%) e i furti (1.198.892, -9,1%). Eppure, la percezione dell’insicurezza, soprattutto nelle aree urbane, rimane stabile e forse cresce anche. Non è una novità, infatti, che fra la realtà e la sua rappresentazione si produca puntualmente uno iato. Fatto sta che nel Belpaese cresce la voglia di “sicurezza fai da te”. Non a caso, il 39% degli italiani è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale. Il dato è in netto aumento rispetto al 26% rilevato nel 2015. Lo si evince dal primo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia realizzato dal Censis. Più favorevoli sono le persone meno istruite, il 51% tra chi ha al massimo la licenza media, e gli anziani, il 41% degli over 65 anni).
Secondo l’indagine condotta dal Censis con Federsicurezza, di conseguenza aumenta anche il numero dei cittadini legittimati a sparare. Nel 2017 nel nostro Paese si contavano 1.398.920 licenze per porto d’armi, considerando tutte le diverse tipologie (dall’uso caccia alla difesa personale), con un incremento del 20,5% dal 2014 e del 13,8% rispetto all’anno prima. La crescita più forte si è avuta per le licenze per il tiro a volo (sono quasi 585.000: +21,1% in un anno), più facili da ottenere. Il Censis stima così che “oggi complessivamente ci sia un’arma da fuoco nelle case di quasi 4,5 milioni di italiani (di cui 700.000 minori)”.