“Non dico che le baby gang siano terroristi, ma usano metodiche di carattere terroristico: quella di colpire perché si è casualmente in un posto. Abbiamo un’assimilazione di metodiche tipiche di altre attività criminali. C’è una violenza nichilista che non ha alcun rispetto per il valore della vita, ed è ancora più drammatico se impatta con dei giovanissimi”. Queste le parole lapidarie che il Ministro Marco Minniti ha usato al termine del vertice in prefettura a Napoli dedicato al preoccupante fenomeno delle violenze di strada causate dalle bande giovanili. “Possiamo dire di essere sulla buona strada o di aver già individuato i responsabili delle violenze inaccettabili di questi giorni a Napoli. Questo grazie all’aumento dell’efficienza dei mezzi di contrasto, in particolare la videosorveglianza”, ha aggiunto il Ministro e ha poi annunciato – A Napoli verranno inviate 100 unità destinate al controllo di quelle zone maggiormente frequentate dai giovani. Non consentiremo alle baby gang di cambiare le abitudini dei giovani napoletani”.
Intanto emergono i primi risultati delle indagini. Ci sono anche 4 minorenni tra i 7 componenti la baby gang accusata di avere commesso 17 rapine in due mesi, nel Napoletano, perlopiù ai danni di coetanei, ai quali i carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli) hanno notificato altrettante misure cautelari. Il gruppo “colpiva” nelle stazioni ferroviarie e nei pressi dei bar della cintura partenopea utilizzando a turno una pistola giocattolo. I membri della baby gang, dopo aver individuato le giovani vittime nelle stazioni della ferrovia Circumvesuviana, nelle piazze e nelle ville comunali dei Comuni di Pomigliano d’Arco, Casalnuovo di Napoli, Brusciano, Volla e Casoria, compivano la rapina con il volto coperto e armati della pistola giocattolo per poi fuggire a bordo di scooter. I quattro minorenni sono nel centro di accoglienza dei Colli Aminei di Napoli mentre per gli altri tre è stata disposta la custodia nel carcere di Poggioreale.