Crisi idrica a Palermo ed emergenza rifiuti in Sicilia, questioni scottanti che hanno richiesto l’intervento del Consiglio dei ministri, costretto a dichiarare lo stato di emergenza. Secondo la Coldiretti, la causa della scarsità d’acqua nel capoluogo siciliano è la siccità, causata dal crollo del 43,3% delle precipitazioni in provincia rispetto alla media nel mese di gennaio, che è peraltro il sesto mese consecutivo a far registrare un deficit idrico. “La situazione – sottolinea la Coldiretti – è grave in tutta l’Isola, dove le precipitazioni sono state inferiori del 47,2% alla media storica a gennaio, dopo un 2017 che è stato il più siccitoso da 10 anni. Il risultato è che i bacini di raccolta e i laghi siciliani sono vuoti e i torrenti asciutti. Nei campi aridi – continua la Coldiretti – le sementi non sono germinate, con il rischio di un pesante impatto sulla raccolta di grano duro, mentre sulle piante la dimensione delle arance è diminuita, con un calo dei prezzi di vendita, nonostante sia stato necessario ricorrere alle irrigazioni di soccorso. E anche gli ortaggi – spiega la Coldiretti – s’irrigano come se fosse giugno. Gli allevatori stanno finendo le scorte di fieno e materie prime per l’alimentazione degli animali, soprattutto nelle aree interne, con effetti sulla raccolta del latte. Lungo la Penisola – sottolinea la Coldiretti – il 2018 si è aperto con circa 1/3 di precipitazioni in meno (-31%) rispetto alla media storica, con crolli del 50% nel centro Italia e del 45% nel mezzogiorno, mentre nel Nord si è verificato un aumento del 5%, anche grazie alle abbondanti nevicate. L’andamento schizofrenico dell’inizio dell’anno conferma i cambiamenti climatici in atto, che si stanno manifestando in Italia con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi, con pesanti effetti sull’agricoltura italiana. Questa negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità.