“Pensate se si bloccassero tutti i servizi delle Asl in Italia. Oppure se i comuni non riuscissero da un momento all’altro a offrire i propri servizi ai cittadini” questo è il grido di allarme lanciato alla presentazione del nuovo numero di Parlamento Magazine. Un numero tutto dedicato alla difesa e alla sicurezza con una particolare attenzione dedicata alla cybersicurezza.
Secondo i dati riportati sul numero presentato presso la Camera dei Deputati la situazione non è delle migliori, perché come hanno ricordato i relatori presenti, le guerre, anche internazionali non si sviluppano più solo attraverso i carrarmati ma attraverso attacchi alle strutture tecnologiche e digitali dei Paesi. Non è un caso che come riportato nel corso del convegno gli attacchi cyber da Russia e Bilelorussia verso l’Italia sono aumentati, per esempio, dell’84% nel corso del 2025.
E anche i Comuni italiani come le altre istituzioni, tra cui Regioni, Province, Ministeri, Asl ed in generale chi offre servizi ai cittadini, devono prendere atto di questi nuovi scenari ed investire molto di più rispetto a quanto si fa attualmente in sicurezza informatica. Non sono mancati esempi nel corso di questi anni che hanno messo in ginocchio interi territori. Un caso particolarmente grave e complesso fu l’attacco informatico al sistema sanitario regionale avvenuto nella notte tra il 31 luglio e il 1° agosto del 2021. Il data breach – causato da un ransomware introdotto nel sistema attraverso un portatile in uso a un dipendente della Regione – bloccò l’accesso a molti servizi sanitari impedendo, tra l’altro, la gestione delle prenotazioni, i pagamenti, il ritiro dei referti, la registrazione delle vaccinazioni. Asl, aziende ospedaliere, case di cura non poterono utilizzare alcuni sistemi informativi regionali, attraverso i quali sono trattati i dati sulla salute di milioni di assistiti, per un arco temporale che è andato da poche ore (48) ad alcuni mesi.
Da questo punto di vista è auspicabile un lavoro strutturato delle istituzioni per supportare anche le istituzioni più piccole e che non hanno al loro interno personale adeguatamente formato sia nella quotidianità e specificatamente in caso di crisi.
Il problema però non è solo delle Istituzioni. Un altro dato, infatti salta all’occhio. L’investimento totale annuo sulla cybersicurezza da parte delle aziende italiane è di 2,49 miliardi complessivi. Facendo un rapido calcolo, rispetto alla totalità delle imprese italiane, la media prevede un investimento per singola azienda di 10 mila euro annui. Questo significa che tantissime imprese investono 0 in sicurezza informatica e questo diventa un problema per tutto il sistema Paese.
La paura è che anche alla luce di una situazione internazionale sempre più complessa, pericolosa e piena di insidie, come ha ricordato una esperta “il tempo sta passando velocemente e noi come sistema Paese non ci stiamo attrezzando adeguatamente”. Il cyberspazio ha assunto un ruolo centrale per la sicurezza e stabilità internazionale e la vita dei cittadini è direttamente legata alla sua difesa.
Dangro