Il Senato approva il Ddl sul codice antimafia con 129 voti a favore, 56 contrari e 30 astenuti.
Il provvedimento torna ora in terza lettura alla Camera affinché riesamini le modifiche apportate.
“Credo che ci siano le condizioni per portarla fino in fondo”, ha commentato il Guardasigilli, Andrea Orlando, escludendo il rischio che la riforma si possa impantanare alla Camera. Quanto a eventuali modifiche, il ministro ha aggiunto che “ci sono opinioni diverse” e che “si verificherà se i rilievi sono fondati”. “In caso faremo ricognizione serena, se saranno necessarie modifiche – ha aggiunto – e dove introdurle”. La soddisfazione “per l’approvazione di un Ddl che ha avuto una gestazione lunghissima” è evidente, perché “è un provvedimento che rafforza l’efficienza dell’agenzia per i beni confiscati, che offre nuovi strumenti per il contrasto alla criminalità organizzata e che introduce elementi anche di forte trasparenza nella gestione dei beni”, ha spiegato il ministro della Giustizia. “Tutto questo penso che ci metta dal punto di vista della normativa all’avanguardia a livello internazionale nel contrasto alla criminalità organizzata – ha concluso Orlando – e dimostri con chiarezza la volontà del governo di condurre una battaglia senza tregua su questo fronte”.
“Sono contenta che alcune tardive obiezioni siano state superate dalla volontà politica di non vanificare il lungo e approfondito lavoro fatto in questi tre anni. La riforma è attesa da troppo tempo, necessaria e nel complesso ben fatta” ha detto la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi. “Si tratta di dare maggiore efficacia e trasparenza a tutto il sistema dei sequestri, confisca e gestione dei beni dei mafiosi – ha proseguito Bindi – e di rilanciare il ruolo strategico dell’Agenzia nazionale”. “Mi auguro – ha concluso – che la Camera faccia la sua parte per l’approvazione definitiva entro la sessione di Bilancio, in modo da completare la legislatura con un impegno forte contro la criminalità mafiosa”.