Poco più di 24 ore fa l’intento di creare panico e distruzione era nelle più reali intenzioni di una cellula terroristica jihadista. Ma un blitz congiunto dei reparti speciali Nocs della Polizia e Gis dei Carabinieri, coordinati dalla Procura distrettuale antimafia e antiterrorismo della città lagunare, ha sventato il piano e portato all’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, un fermo e dodici perquisizioni nel centro storico del capoluogo veneto, nonché una a Mestre ed un’altra in provincia di Treviso.
Si è trattato di una complessa indagine per individuare una cellula terroristica, studiarne le dinamiche relazionali, la radicalizzazione religiosa e i luoghi di frequentazione, fino a giungere ad una conoscenza dell’attività criminale dei soggetti appartenenti, tale da permettere l’esecuzione delle tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e il fermo di un minorenne. Si tratta di persone originarie del Kosovo e residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno.
Il ministro dell’Interno Marco Minniti ha sottolineato “l’ottimo lavoro di Polizia e Carabinieri” che ha consentito di raggiungere questo risultato di prevenzione antiterrorismo. Gli indagati, dopo aver iniziato a pianificare un viaggio verso i territori della jihad, appresa la notizia dell’attentato a Londra del 22 marzo scorso, avevano manifestato il proprio apprezzamento e fatto commenti sulla possibilità di realizzare un’azione altrettanto deflagrante nel nostro Paese.
L’infiltrazione terroristica nell’area balcanica è oggi un processo in crescita. Le ultime stime, che si basano sui dati di Istituti quali l’International Center for Counter- Terrorism, il Kosovo Center for Security Studies e l’International Center for Strategic Studies, parlano di oltre 250 volontari partiti dalla Bosnia, 160 dall’Albania e 300 dal Kosovo, ma si tratta di stime approssimative per difetto. Albania e Kosovo sono Paesi sempre più soggetti all’infiltrazione di una propaganda wahhabita e jihadista abile nel far leva sulle nuove generazioni che si trovano a dover fronteggiare disoccupazione dilagante.