Prende corpo la rete dei servizi sociali cui spetterà, tra l’altro, la concreta attuazione del Reddito di inclusione, la nuova misura di contrasto alla povertà che sarà operativa dal 1° dicembre e che prevede un sostegno di natura economica condizionato all’adesione ad un progetto personalizzato di attivazione e di inserimento sociale volto a contrastare disagio e povertà.
Per questo la scorsa settimana a Napoli, alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, degli assessori regionali alle politiche sociali, di sindaci e assessori di città metropolitane e comuni in rappresentanza dell’Anci, è stata costituita la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, che avrà la funzione di favorire una maggiore omogeneità territoriale nell’erogazione delle prestazioni e di definire linee guida per gli interventi, in coerenza con l’obiettivo di rafforzare in maniera uniforme nel Paese i servizi sociali, congiuntamente con gli altri servizi territoriali (lavoro, salute, scuola, casa), coinvolgendo le parti sociali, il Terzo Settore, le forze produttive e sociali della comunità al fine di migliorare i processi di accompagnamento verso l’autonomia delle persone più fragili.
“In questo modo – ha sottolineato Poletti – poniamo le basi per la costruzione di una vera e propria infrastruttura sociale, riconoscibile sul territorio, e con la partecipazione più ampia della comunità, a protezione dei suoi componenti più fragili”.
Uno strumento necessario in quanto, con la riforma del Titolo V della Costituzione, in materia di politiche sociali allo Stato rimane solo il potere di definire livelli essenziali delle prestazioni: le Regioni hanno la competenza su legislazione e programmazione, ma la gestione è affidata ai Comuni, eventualmente coordinati a livello di ambito territoriale.
A fronte del rischio che la mancanza di un organismo con poteri di indirizzo, in un sistema frammentato ed eterogeneo produca una cristallizzazione delle differenze nella qualità e nelle quantità degli interventi (la spesa sociale differisce tra le Regioni in un ordine di grandezza da 1 a 10 tra il minimo e il massimo), a volte anche tra comuni limitrofi, la Rete della protezione e dell’inclusione sociale rappresenta un organismo rispettoso delle competenze dei diversi livelli di governo, configurandosi come un forum di decisioni condivise e di programmazione partecipata, attraverso un confronto continuo con le parti sociali e con i soggetti rappresentativi del Terzo Settore.