Negli ultimi giorni, il problema delle tariffe dello scuolabus non integrabili con opportuni stanziamenti nei bilanci comunali è entrato nel dibattito politico locale e nazionale. Il caso è nato in seguito a una deliberazione della sezione di controllo piemontese della Corte dei Conti in cui è stabilito che ai comuni non è consentita l’erogazione gratuita del servizio di trasporto pubblico scolastico, trattandosi di servizio che deve avere a fondamento una adeguata copertura finanziaria.
Sull’argomento è intervenuta ANCI Sardegna con un comunicato stampa firmato dal suo presidente Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas (ss): «Anci Sardegna – si legge nella nota – a seguito dell’emanazione del D.lgs 63/2017 articolo 5 comma 2 e dei recenti pronunciamenti della Corte dei Conti Sezione Piemonte ha analizzato in maniera puntuale le incidenze sul sistema sardo di trasporto alunni della scuola dell’obbligo. A parere della Corte dei Conti TUTTI i costi relativi all’organizzazione e alla gestione del servizio di trasporto alunni devono essere pagati dalle famiglie poiché il servizio non può essere reso gratuitamente e non si innesta nel filone dei cd “servizi a domanda individuale».
«Secondo Anci Sardegna – continua il comunicato – questa situazione, ingenerata da uno dei Decreti sulla “Buona scuola”, non solo è inaccettabile, ma contraria agli articoli 3 e 34 della Costituzione. Non solo: la Regione Sardegna, attraverso l’istituzione del cd Fondo Unico degli enti locali nei quali è confluita la dotazione ex LR 25/1984 ed ex LR 31/1993, finanzia in toto l’organizzazione del trasporto alunni. Anci Sardegna, che ha già attivato le necessarie interlocuzioni con la Commissione II del Consiglio Regionale, chiede l’applicazione dell’articolo 5 dello Statuto con l’approvazione di una norma “sarda” che renda gratuito per l’utenza il servizio di trasporto alunni della scuola dell’obbligo e comunque delegando ai comuni l’autonomia per eventuali compartecipazioni. Se così non fosse, in Sardegna, ci sarebbe la rivolta di tutti i Comuni che mai e poi mai farebbero pagare interamente all’utenza le inadempienze e la cecità dello Stato che prima ha posto regole per chiudere le scuole e creare un esercito di pendolari e dopo ha un atteggiamento gravemente vessatorio verso le stesse famiglie che subiscono un disagio per scelte spesso insensate dello Stato. Anci Sardegna, se non si inverassero i nostri auspici e le soluzioni proposte, attiverà una mobilitazione permanente a difesa degli alunni, delle famiglie, del diritto allo studio e del rispetto delle garanzie costituzionali».
“La norma sul trasporto scolastico, contenuta nel decreto legge sull’istruzione, approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri, fa chiarezza e consente ai Comuni, nell’ambito della propria autonomia e nel rispetto degli equilibri di bilancio, di assicurare alle famiglie un servizio fondamentale potendo integrare le spese per lo scuolabus gratuito alle famiglie”. Lo evidenzia Cristina Giachi, presidente della commissione Istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica dell’Anci e vicesindaca di Firenze, riferendosi alla norma contenuta nel decreto scuola che chiarisce e supera una recente delibera della Corte dei Conti sezione Piemonte, con cui sembrava potersi escludere ogni discrezionalità per l’azione amministrativa dei Comuni sul trasporto scolastico.
“L’Anci – prosegue Giachi – all’indomani dell’uscita della delibera n.46/2019, si era immediatamente attivata presso i competenti ministeri per ottenere, prima dell’avvio del prossimo anno scolastico, un’idonea soluzione alla questione”.
“Il chiarimento legislativo, che arriva in tempo per l’inizio del nuovo anno, visto che il decreto scuola sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale a partire dal 28 agosto, è molto importante per i Comuni. Questo vale soprattutto per i piccoli enti che – conclude la presidente Giachi – vedevano nella delibera della Corte un ulteriore rischio di spopolamento per i territori”.