Giovedì 19 gennaio è in programma la Conferenza Stato-Regioni e per il governo potrebbe rappresentare già l’occasione giusta per mettere sul tavolo i decreti Madia, attuativi della riforma, colpiti dalla sentenza della Corte Costituzionale. Per sbloccare i testi sulla razionalizzazione delle partecipate, il riordino della dirigenza medica e i licenziamenti lampo per i ‘furbetti del cartellino’ l’esecutivo ha bisogno dell’intesa con le Regioni. La pronuncia della Consulta ha, infatti, decretato che il parere non basta.
Il ministero della P.a. ha lavorato a livello informale sin dall’inizio per individuare una soluzione e ci sono ancora una decina di giorni prima dell’appuntamento nel calendario della Conferenza. Probabilmente si tratterà dell’avvio di un percorso: occorrerà vedere se i testi vanno bene così come sono o se sono necessarie modifiche per intercettare il consenso di tutte le Regioni. Posto che dopo 60 giorni, se l’unanimità non si trovasse, si potrebbe anche andare avanti a maggioranza.
Intanto parte oggi la trattativa vera e propria per il rinnovo del contratti statali. Gli stipendi dei dipendenti pubblici sono bloccati da sette anni e i lavoratori aspettano infatti dal 2009 gli aumenti in busta paga. Questo dovrebbe essere l’anno dello sblocco che è già stato avviato a fine 2016. Lo scorso 30 novembre è stato siglato un accordo quadro per un aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici di 85 euro medi lordi: l’intesa è stata firmata dal ministro per la pubblica amministrazione Marianna Madia e dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Dopo le dimissione del premier Matteo Renzi lo scorso dicembre in seguito al voto negativo al referendum costituzionale, e la formazione del nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni, la trattativa per il rinnovo dei contratti degli statali sembrava essere entrata in una fase di stallo. Una rassicurazione sui lavori in corso era però arrivata via Twitter, dallo stesso ministro Madia, riconfermata alla guida del ministero. È oggi il giorno della riapertura della trattativa vera e propria all’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni: il rinnovo dei contratti statali sarà una delle questioni sul tavolo.