Qualche giorno fa l’associazione Avviso Pubblico ha presentato il dossier sugli amministratori sotto tiro e subito torna l’immagine di un Paese sotto assedio. I casi riscontrati nel 2018 sono complessivamente 574 e hanno riguardato sindaci, assessori consiglieri che hanno subito minacce, violenza, atti intimidatori. A scorrere le cifre sembra di leggere un vero e proprio bollettino di guerra con 11 intimidazioni in media a settimana, il 7% in più rispetto al censimento del 2017 con 309 Comuni in cui si è verificato almeno un attacco ad amministratori pubblici locali. Purtroppo in questa brutta classifica la Sardegna si piazza al quinto posto con 52 casi.
In questo contesto mercoledì scorso in prefettura a Cagliari c’è stata la riunione d’insediamento e primo punto della situazione, per l’osservatorio regionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, presieduto dal prefetto Romilda Tafuri.
All’incontro erano presenti i vertici delle istituzoni del territorio: il procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’appello, i prefetti e i questori delle province sarde, i comandanti regionali e provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, il presidente di Anci – Sardegna, il presidente della Consulta delle autonomie locali, il direttore dell’ufficio scolastico regionale.
Insieme hanno esaminato le caratteristiche locali del fenomeno e rinsaldato la volontà di sviluppare sinergie per concentrare l’azione dell’organismo sulla prevenzione e sul contrasto delle intimidazioni.
Attenzione particolare ai giovani e al mondo della scuola, con la previsione di implementare, con l’impegno dell’ufficio scolastico e delle Forze di polizia, le attività di formazione per l’educazione alla legalità, considerata una leva primaria di cambiamento culturale.