“Sono particolarmente felice di essere qui oggi, perché esattamente un anno e un giorno fa, il 9 marzo 2021, presentavo al Parlamento il mio programma di attività, le mie linee programmatiche, il nuovo alfabeto della Pubblica amministrazione: A come Accesso, B come Buona amministrazione, C come Capitale umano. Un ABC propedeutico alla D di digitalizzazione. Quel programma è stato totalmente rispettato. Esattamente un anno fa, il 10 marzo, si siglava invece a Palazzo Chigi il Patto tra Governo e sindacati sull’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, che ha consentito di realizzare tutte le riforme all’interno di un clima di coesione sociale pressoché totale. Oggi si può, dunque, fare il bilancio di un anno, che ha visto qualcosa di eccezionale per il nostro Paese, vale a dire l’approvazione a fine aprile del Pnrr e tutta l’azione del Governo incentrata sull’attuazione di quel Piano”. Ha preso il via con queste parole l’audizione del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in merito allo stato di attuazione del Pnrr, riferita all’anno 2021, che si è svolta di fronte alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati.
“Il Pnrr non è altro che l’attuazione a livello nazionale del Next Generation Eu. È un contratto che prevede reciprocità: l’Europa trasferisce risorse – tra loans e grants – in cambio di riforme, milestone e target: cronoprogrammi condivisi con l’Europa. Il rispetto del Pnrr consente l’anticipo delle risorse europee, circa 191 miliardi. Questo è lo schema. Tutto in un anno, con un grande lavoro del Governo, ma anche con un enorme, straordinario lavoro da parte del Parlamento, che ringrazio sentitamente”, ha detto. Nell’intervento, il ministro si è poi soffermato sui vari ambiti affrontati nel corso del 2021 per realizzare gli obiettivi concordati con Bruxelles. “Non ho voluto mettere mano – ha sottolineato Brunetta – a una grande riforma della Pubblica amministrazione, ma ho preferito procedere per strappi innovativi, pensando che la tecnica dovesse essere quella di “strappare” in certe fasi dei provvedimenti o della regolazione. Alcuni di questi strappi sono arrivati prima dell’implementazione del Pnrr, quasi legati al caso, all’emergenza e alla pandemia. Il primo strappo straordinario, durante la pandemia, lo abbiamo fatto con lo sblocco dei concorsi pubblici, riavviati e digitalizzati grazie all’articolo 10 del decreto legge 44/2021. Così – ha precisato – è stato possibile assumere a tempo indeterminato 45mila giovani su un milione di candidati, grazie a concorsi digitali, svolti in 100 giorni dal bando alla definizione dei vincitori. Per il 2022 se ne stimano 100mila. Un secondo strappo innovativo, è stato la realizzazione del Portale nazionale del reclutamento nella pubblica amministrazione (inPA), costruito in tempi brevissimi sulla base del modello LinkedIn, conta attualmente un totale di 6 milioni di curriculum vitae e ha anche contribuito all’obiettivo del reclutamento di mille professionisti per le Regioni”.
Il Ministro ha anche spiegato quali saranno i prossimi obiettivi per la Pa che saranno sviluppati in un nuovo provvedimenti “decreto Pnrr 2”, in via di realizzazione. “Nel caso di ritardi rispetto ai tempi di conclusione dei procedimenti della Pubblica amministrazione, i responsabili non avranno i premi di produttività. Oggi la legge 241/1990 prevede 30 giorni come termini generali di conclusione dei procedimenti amministrativi. Nel decreto Pnrr 2, in costruzione, noi li dimezzeremo. E, in caso di ritardi, i responsabili non avranno i premi di produttività. È in preparazione – ha rimarcato il ministro – un provvedimento di accompagnamento e di attuazione del Pnrr perché, in ragione della sua applicazione, ci siamo resi conti che abbiamo delle cose ulteriormente da implementare”.
Nei documenti consegnati ai deputati e qui allegati, le tappe e il cronoprogramma dei traguardi raggiunti nel 2021 e le sfide aperte su cui si sta già lavorando. Per quanto riguarda la Pa, il nuovo provvedimento conterrà “il perfezionamento della riforma dei concorsi oltre l’emergenza. Alla fine del decennio – ha evidenziato il ministro – avremo una Pubblica amministrazione più vicina ai 4 milioni che non ai 3,2 milioni di dipendenti attuali, che abbia recuperato gran parte del capitale umano perso, che abbia contribuito alla realizzazione del Pnrr nel solco del riformismo concordato con l’Europa, con il grande booster che è la digitalizzazione”.
“Con il ministro Colao abbiamo convenuto la tempistica e i contenuti dei prossimi provvedimenti comuni: entro il 2022 ci saranno sistemi digitalizzati di customer satisfaction. Cercheremo di consentire al cittadino cliente di giudicare ogni sua transazione con la Pa, che sia l’iscrizione all’asilo o all’università, la prenotazione di un esame medico, un rapporto con l’Agenzia delle entrate, di dare un giudizio sul servizio ricevuto” ha chiarito Brunetta. Un altro dei provvedimenti in fase di realizzazione è “l’ampliamento dei servizi anagrafici digitali con l’aumento, d’intesa con il ministero dell’Interno, del numero dei certificati scaricabili. Non meno importante – cha continuato il ministro – l’interoperabilità delle principali banche dati. È la regina delle battaglie. Oggi abbiamo 32mila amministrazioni e migliaia di banche dati che non dialogano tra di loro. Dobbiamo metterle in relazione, renderle interoperabili”. La Pubblica amministrazione sta cambiando in maniera rivoluzionaria? Per Brunetta, “Non ancora, ci vuole tempo. Ma si può fare, grazie ai fondi, agli investimenti in capitale umano, agli strappi innovativi, ai concorsi digitalizzati, al portale inPa. I lavori sono in corso. La battaglia complessiva da vincere è mutare la percezione, fare branding, far capire che lavorare per la Pa è un onore, non un rifugio. Lavorare per la Pubblica amministrazione, dalla parte dei cittadini e delle imprese, vuol dire essere un civil servant, il lavoro più bello che c’è: per il Paese, al servizio degli altri. È questo il mio più grande obiettivo: rendere la Pa appetibile per i giovani, avere alla fine del prossimo decennio una Pubblica amministrazione che abbia recuperato gran parte del capitale umano perso, che abbia contribuito alla realizzazione del Pnrr nel solco del riformismo concordato con l’Europa, con questo grande booster che è la digitalizzazione” ha concluso.
Fonte: Ministero per la Pa