Aver ridefinito la cornice e le regole complessive di un sistema che non tutelava più adeguatamente né i pazienti né i professionisti. Così sinteticamente si può definire il senso della nuova legge “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” (la cosiddetta Legge Gelli – Bianco sul rischio clinico) approvata in via definitiva lo scorso 28 febbraio.
“Fatta la legge ora occorre creare le condizioni per favorire lo sviluppo della cultura della prevenzione”: così Angelo Lino Del Favero, Presidente di Federsanità ANCI, ha introdotto i lavori del primo di una serie di incontri per addetti ai lavori dal titolo “Responsabilità professionale e sicurezza delle cure” – organizzati in collaborazione con Sismla (Sindacato Italiano Specialisti in Medicina Legale e delle Assicurazioni) – che si è svolto oggi 16 marzo presso la Sala Livatino del Ministero della Giustizia. “Il pilastro fondamentale per abbattere il contenzioso – ha detto Del Favero – è la prevenzione. Il punto di forza della norma sta nel rendere obbligatorio in tutte le strutture, pubbliche e private, un modello organizzativo di risk management. Se i professionisti impareranno attraverso questa legge a prevenire il rischio e a lavorare sulla loro formazione scatterà una vera e propria rivoluzione culturale”.
In perfetta sintonia anche il Segretario Generale di Sismla, Raffaele Zinno, che ha sottolineato come la nuova norma segna una conquista, prima ancora che per i professionisti, per i cittadini-pazienti che sono tutelati più volte. “In primis perché una legge sulla gestione del rischio significa creare cultura della prevenzione. Secondo poi – ha detto Zinno – è garantito un più facile accesso ai risarcimenti. Inoltre un’importante novità è introdotta dall’articolo 15 che prevede la formazione di un collegio medico-legale che dovrà valutare i casi di responsabilità professionale dal punto di vista tecnico. È un punto molto importante perché credo che i medici, tutti i medici, non vogliano sottrarsi al giudizio, ma auspichino di essere valutati da colleghi che ne sanno quanto loro. Questi, conoscendo la materia in giudizio, potranno emettere giudizi più qualificati. È una legge sufficientemente bilanciata da riportare le regole e il rapporto medico-paziente nel giusto equilibrio. Perdono la burocrazia, il contenzioso, la medicina difensiva. Vincono i bisogni di salute dei cittadini-pazienti”.
L’incontro è stato aperto dalla relazione introduttiva di Federica Chiavaroli, Sottosegretario Ministero della Giustizia. E’ seguita una tavola rotonda coordinata da Giuseppe Fanfani, Consigliere CSM e Raffaele Zinno, Segretario Nazionale Sismla, con la partecipazione di Federico Gelli, relatore della legge alla Camera dei Deputati, Pasquale Giuseppe Macrì, Referente Medico-Giuridico Federsanità ANCI, Carlo Bonzano, ordinario di procedura penale Università di Tor Vergata, e Amedeo Bianco, relatore della legge al Senato.
“Dopo decenni di colpevole inerzia – ha sottolineato Pasquale Giuseppe Macrì, Referente Medico-Giuridico Federsanità ANCI – il legislatore, motivato dalla necessità di porre le basi per la sostenibilità di un sistema sanitario di tipo universalistico, ha finalmente emanato una legge di complessa architettura e che, lungi dall’essere perfetta, pare prospettare un orizzonte di auspicato equilibrio tra gli interessi di quanti operano multi-professionalmente in ambito sanitario e dei cittadini che devono poter confidare in un sistema di tutele ad assistenza tanto sicuro quanto efficace, democraticamente accessibile ed economicamente sostenibile. Ora lo strumento normativo è disponibile. Confidiamo che Magistrati, Avvocatura, Medici Legali vogliano adoperarsi per dare efficacia alla norma e concrete speranze di un più sereno rapporto tra professionisti della sanità e pazienti”. I lavori sono stati conclusi con la lettura del messaggio inviato da Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute.