Da qualche tempo la riforma del catasto e le sue possibili conseguenze sono al centro del dibattito pubblico, ma cosa ne pensano veramente i cittadini? Per rispondere alla domanda Facile.it ha commissionato un’indagine agli istituti di ricerca mUp Research e Norstat, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione, dalla quale è emerso che più di 1 proprietario su 2 (57%) è d’accordo con la riforma. Se quindi la maggioranza di chi oggi possiede un immobile vede positivamente la modifica del catasto, con un picco del 63,1% tra i residenti nel Nord Ovest, di contro il 16,3% è apertamente contrario. Sono ancora molti, tuttavia (26,7%), coloro che non hanno un’idea precisa in proposito. Entrando nel merito, la ricerca spiega che il 58,7% dei favorevoli ritiene che la riforma possa far emergere i cosiddetti immobili “fantasma”, vale a dire gli 1,2 milioni di edifici ancora sconosciuti al catasto e al fisco. La percentuale sale al 59,9% tra i rispondenti residenti nel Nord Ovest, mentre raggiunge il minimo (54,7%) nel Centro Italia.
Il 56,9% dei proprietari favorevoli, invece, pensa che la riforma possa contribuire a rendere più equo e trasparente il prelievo sugli immobili. Il 18,1% si fida del fatto che, nonostante la riforma, non cambierà nulla in termini di prelievo fiscale, mentre il 13,1% è convinto che la modifica porterebbe addirittura a un abbassamento del prelievo fiscale; la percentuale sale fino al 18,5% tra i rispondenti che sono alla ricerca della prima casa da acquistare. Se si considerano, invece, i proprietari che si sono dichiarati contrari alla riforma, la stragrande maggioranza (78,9%) è sfavorevole perché teme che l’aggiornamento dei valori catastali possa comportare un aumento delle tasse che gravano sulla casa, mentre il 49,3% teme che la variazione possa causare una spesa maggiore in caso di compravendita immobiliare. In altre parole, il timore più grande relativo alla riforma del catasto è il possibile aumento dell’imposizione fiscale sulla casa, i cui effetti potrebbero avere conseguenze importanti sull’intero mercato immobiliare. Quasi 1 rispondente su 3 (31,4%), tra coloro che oggi sono alla ricerca della prima casa, ha dichiarato di esser disposto a rinunciare all’acquisto qualora le tasse dovessero aumentare. Anche nel mercato delle seconde case si potrebbe assistere ad uno stop delle compravendite visto che il 29,7% del campione totale ha ammesso di essere pronto a rinunciare all’acquisto di un secondo immobile.
«La variazione dei valori catastali di un immobile potrebbe avere conseguenze non solo sulle tasse che pesano sulle seconde case, ma anche sui costi connessi all’acquisto di un’abitazione», spiegano da Facile.it, «visto che l’imposta di registro che si paga è calcolata in percentuale sul valore catastale nella misura del 2% se si tratta di una prima casa, mentre è pari al 9% in caso di seconda casa». L’indagine dimostra, infine, che la riforma produrrebbe effetti non solo sulla domanda, ma anche sull’offerta. Sono ben 2,2 milioni i proprietari immobiliari che, in caso di aumento delle tasse, potrebbero decidere di vendere la seconda casa.