Il Governo sta mettendo a punto un piano organico di gestione dell’emergenza terremoto e della fase di transizione a un nuovo assetto dei territori colpiti. Il premier ha sintetizzato in poche e incisive indicazioni l’essenza del progetto: superare le tendopoli entro e non oltre un mese; trasferire gli sfollati in hotel e residence della zona per un periodo di 3-4 mesi, nel quale edificare casette di legno che ospiteranno la popolazione, in attesa che borghi e paesi vengano ricostruiti. Ricostruzione che sarà affidata a un commissario straordinario: l’ex governatore dell’Emilia-Romagna,Vasco Errani. Intanto, i tecnici della Protezione Civile stanno già lavorando alla definizione delle tipologie e delle caratteristiche delle costruzioni in legno, stile Onna. Al massimo entro qualche settimana bisognerà, quindi, decidere se far arrivare i container nei paesi colpiti o trasferire i cittadini negli hotel e nei residence. “La scelta va lasciata alla gente”, si è raccomandanto Renzi parlando con i Sindaci delle zone colpite e con i governatori. Nel frattempo, verranno realizzati i Musp, i moduli di utilizzo provvisorio scolastico, che devono necessariamente essere pronti per l’inizio dell’anno scolastico. “Mercoledì incontrerò il Ministro – ha confermato il Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi – e dovremmo affrontare proprio questa situazione, in modo da garantire ai ragazzi di tornarne a scuola”. Altri 120 giorni, almeno, passeranno prima che siano approntati i Map (moduli abitativi provvisori), ossia le casette in legno già utilizzate, ad esempio, ad Onna e negli altri paesi dell’aquilano dopo il terremoto del 6 aprile 2009. La migliore soluzione possibile di fronte all’unica richiesta forte manifestata dai Sindaci di tutti i Comuni colpiti: non lasciare i paesi in attesa della ricostruzione”, ha ammesso il Premier. E lo stesso consiglio è arrivato da Renzo Piano, che già collabora con il Governo per un piano di “rammendo” delle periferie urbane: “L’anima dei luoghi non si può cancellare. Chi ha subito un trauma terribile deve poter tornare a vivere dove è sempre stato. Né container, né tendopoli, ma si devono prevedere abitazioni montate nella zona sismica, strutture temporanee, non definitive”.
Per fortuna, il Dipartimento della Protezione civile ha già selezionato le imprese che dovranno realizzare i Map. Stanziati anche 1,2 miliardi che serviranno per acquistarli. Il merito va a Franco Gabrielli. Quando era capo del Dipartimento indisse una serie di gare Consip preventive per non trovarsi impreparato in caso d’emergenza. E una di queste gare riguardava proprio la fornitura di “soluzioni abitative d’emergenza”. Ad aggiudicarsela sono state tre società: al primo posto “Rit Cns – Cogeco 7”, con una capacità produttiva di 850 moduli e un’offerta di 1.075 euro a metro quadro, seguita da “Arcale Legno” (780) e “Modulcasa line – Ames Navsistem” (225). I moduli saranno da 40, 60 e 80 metri quadri, rispettivamente per nuclei familiari di 2, 3/4 e 5/6 persone. I tecnici del Dipartimento hanno stimato che, solo per Amatrice, ne serviranno circa 600, per complessivi 1.800 assistiti. Ai quali vanno aggiunti quelli che dovranno essere realizzati nelle decine di aziende agricole nell’area del cratere. Dopo la stima dei danni, la bonifica e la messa in sicurezza degli edifici parzialmente danneggiati, il Governo passerà alla fase due: quella della ricostruzione vera e propria. Renzi spera di poter elaborare un piano preciso d’interventi e costi in vista della legge di stabilità che il Consiglio dei ministri approverà entro il 15 ottobre, per dare il via alle gare il prima possibile. A questo punto entrerà in gioco il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, a fianco di Errani, per vigilare sulla trasparenza degli appalti. Dove reperire le risorse necessarie a finanziare l’intera operazione? “Ci saranno i soldi che serviranno”, assicura il sottosegretario Claudio De Vincenti. Davanti a “circostanze eccezionali”, come il sisma, il Governo è determinato a sostenere le ragioni dell’Italia davanti alla commissione Ue, risoluto a chiedere lo scomputo degli investimenti per la ricostruzione fuori dal Patto di stabilità.