Nell’ambito dei lavori per la discussione sulla Circular Economy, promossi dalla Commissione Europea, il Consorzio Italiano Compostatori (Cic) è stato ieri, 24 febbraio, a Bruxelles per la terza volta in due mesi per portare l’esempio virtuoso dell’Italia nella raccolta differenziata dell’organico, quale punto di riferimento italiano in Europa per la gestione di questa tipologia di rifiuti.
Il caso italiano rappresenta infatti un’eccellenza in ambito europeo. Nel 2014, secondo i dati elaborati dal Cic a partire dal “Rapporto rifiuti 2015″ di Ispra, sono state separate oltre 5,7 milioni di tonnellate di rifiuti organici, pari al 43% di tutta la raccolta differenziata del Paese. Rispetto all’anno precedente, la frazione umida ha avuto un incremento del 9,5%. Dati interessanti soprattutto dal punto di vista ambientale, considerando che il compost gioca un ruolo fondamentale nel contenimento delle emissioni: si calcola infatti che raccogliere l’umido e trasformarlo in fertilizzante consenta di risparmiare 1,4 Mt di Co2 equivalente l’anno rispetto all’invio in discarica.
Il Cic ha portato all’attenzione europea il caso della raccolta dell’organico nella città di Milano, la più grande città al mondo che abbia esteso a tutti gli abitanti la raccolta differenziata dell’umido, superando San Francisco, e con la percentuale complessiva di raccolta differenziata più alta in Italia. Con l’estensione nel 2013 della raccolta della frazione organica a tutte le utenze domestiche del territorio, sono oltre 1,3 milioni gli abitanti che separano regolarmente gli scarti di cucina.
A questo si è aggiunta la risposta positiva di cittadini e gestori che ha permesso di far salire la percentuale complessiva di raccolta differenziata a Milano al 53% nel 2015. Il Cic ha presentato quindi le caratteristiche del modello milanese, sottolineando le differenze tra la gestione dei rifiuti organici dei condomini e quella delle strutture abitative più piccole, mostrando le soluzioni operative e gli strumenti forniti alle famiglie per il miglioramento della qualità della raccolta differenziata.
Sul palcoscenico europeo, il Cic ha fatto riferimento anche agli impianti italiani a elevata capacità che trattano centinaia di migliaia di tonnellate all’anno di rifiuti organici, raccolti con sacchetti in bioplastica compostabile, utilizzando soluzioni high-tech per produrre biogas, combustibile 100% rinnovabile, e compost, un fertilizzante organico. Guardando ai numeri, in Italia ci sono 240 impianti di compostaggio e 43 di digestione anaerobica, che consentono di ottenere all’anno 1.326.000 tonnellate di compost.
I lavori per la discussione sulla Circular Economy promossi dalla Commissione Europea hanno consentito al Cic di presentare i marchi “Compost di Qualità Cic” e “Compostabile Cic” e ribadire che utilizzare il compost a marchio CIC e usare manufatti compostabili certificati Compostabile CIC significa disporre di prodotti di qualità, per un’impronta ecologica più leggera e sicura.