Reti territoriali contro la violenza sulle donne, il ruolo centrale dei centri antiviolenza
Sicurezza 12 Dicembre 2025, di Redazione
L’indagine Istat del 2025 mostra come la collaborazione tra Centri antiviolenza, servizi comunali e settore giudiziario sia alla base dei protocolli contro la violenza di genere
Il contrasto alla violenza sulle donne passa sempre più attraverso reti territoriali coordinate. È quanto emerge dalla prima Indagine Istat del 2025, realizzata con il Dipartimento per le Pari Opportunità, che ha censito 251 reti collaborative attive in tutto il Paese.
L’analisi evidenzia due modelli di governance: in alcune regioni, come Valle d’Aosta, Umbria, Basilicata e Sardegna, un unico protocollo centrale definisce obiettivi e soggetti, mentre in altre, come Lazio e Lombardia, gli accordi nascono “dal basso”, coinvolgendo attori locali.
Al centro della rete ci sono i Centri antiviolenza (CAV), presenti in 225 protocolli e promotori in 154 casi. Accanto a loro, Comuni, Prefetture, ASL e servizi socio-sanitari giocano un ruolo fondamentale. Il settore giudiziario e di sicurezza contribuisce attivamente con Procure, Tribunali, Questure e forze dell’ordine.
Principali promotori di protocolli territoriali
Soggetto promotore
Numero di protocolli
Centri antiviolenza (CAV)
154
Comuni / Unioni di Comuni
80
Prefetture
55
Ambiti programmazione sociale e socio-sanitaria
55
ASL (consultori e servizi territoriali)
53
Procure / Tribunali
35
Questure
30
Carabinieri / Polizia
26
Oltre ai promotori, l’indagine considera tutti gli attori coinvolti nell’attuazione delle reti. In questo caso, il settore giudiziario (Prefetture, Procure, Tribunali, Avvocati) è il più rappresentato, seguito da CAV e Case Rifugio.
Altri soggetti istituzionali e servizi territoriali
1.100
61,4%
Totale
1.791
100%
Tra gli obiettivi principali delle reti emerge la “condivisione di procedure codificate di accoglienza e presa in carico delle vittime”, citata da 23 protocolli. Le reti puntano anche a sistematizzare i flussi informativi tra i servizi, garantire reperibilità in caso di emergenza (121 protocolli) e definire linee guida per il miglioramento dei servizi.
L’indagine conferma una realtà complessa ma efficace, dove la collaborazione tra Centri antiviolenza, servizi comunali, settore giudiziario e altri attori istituzionali è fondamentale per fornire una risposta tempestiva e coordinata contro la violenza di genere.