Discorso a tutto campo quello fatto dal premier Renzi sul palco della 33ma Assemblea annuale dell’Anci a Bari. Il presidente del Consiglio ha esordito con “un grazie a livello istituzionale” a Piero Fassino, per aver guidato l’Anci dal 2013. “Sono stati anni complicati nel rapporto con le regole europee”, ha aggiunto. Un augurio di buon lavoro lo ha indirizzato poi al neo presidente Antonio Decaro “che già stamattina ha iniziato a ‘rompere le scatole’ al Governo sulla Legge di stabilità”. E ha continuato: “Se per la prima volta c’è un Sindaco alla guida del Governo non è un riconoscimento a una persona, ma a una funzione. Si è preso atto che i Sindaci sono gruppo dirigente di questo Paese. Qualcosa è cambiato, ma non è ancora sufficiente. L’accordo con i sindacati sulle pensioni è oggettivamente un passo in avanti significativo. Le pensioni più basse vengono aiutate e si consente a chi è negli ultimi anni di andare via un po’ prima, con una leggera penalizzazione, a meno che non abbia un lavoro particolarmente usurante. Nel qual caso, non c’è penalizzazione. Vediamo – ha aggiunto Renzi – se aprirà degli spazi nuovi di turn over nel pubblico. Io sinceramente non so quanti accetteranno di andare via prima, è tutto da vedere”. Renzi ha poi detto che il Governo sta lavorando all’inserimento di un concorso per diecimila posti tra forze dell’ordine e sanità. “Vogliamo immaginare una legge di Stabilità che dia la possibilità di tornare a fare i concorsi, che è una cosa che è mancata in questi anni. Tornare a fare i concorsi significa che possiamo tornare ad avere almeno tra le forze dell’ordine e gli infermieri, e i dottori se riusciamo a inserire anche loro come spero, diecimila unità per le quali immediatamente bandire i posti, anche per tornare a dare ai ragazzi la possibilità di mettersi in gioco. Quando Franceschini – ha aggiunto – ha fatto il concorso questa estate per 500 persone nel mondo culturale, si sono presentati in 20mila. Voi capite che questi numeri dimostrano quella fame di lavoro che conoscete quotidianamente”. Nella sua carrellata sui grandi temi del Paese, Renzi ha poi riproposto l’intenzione di abolire Equitalia e ha assicurato che tutti i progetti per le periferie presentati dai Comuni “saranno finanziati entro il 2017. Il Governo – ha aggiunto – stanzierà 2,1 miliardi di euro”. Ma non si è fermato qui ed è andato anche all’attacco sul fronte migranti. “Quando penso ai bambini di Aleppo – ha detto – mi domando se non stiamo facendo troppo poco. Due anni fa in Europa ci dicevano che il problema immigrazione era tutto nostro, oggi è rimasto l’egoismo, continuano a essere alzati i muri. Nella discussione dei prossimi Fondi Europei, dal 2020, dobbiamo mettere una regola: quei paesi non in grado di rispettare gli impegni sul rispetto dell’immigrazione, chi alza i muri, non deve avere finanziamenti privilegiati come accaduto in questi anni”.
A questo punto del discorso, ha aggredito un’altra questione spinosa: “Tutto ciò che attiene all’edilizia scolastica è finanziabile fuori dal Patto di stabilità. In questa legge di stabilità bisogna dire con chiarezza all’Europa che tutti i denari relativi all’edilizia scolastica vanno spesi. Quello della scuola è un punto fondamentale – ha detto – perchè è necessario che sul capitale umano ci sia un impegno duraturo nel tempo. Il punto chiave – ha proseguito – è un cambio di mentalità e tornare a progettare. Negli ultimi anni da Sindaco, l’ho visto anche io, abbiamo smesso di progettare perché quando ti tagliano i soldi, se devi scegliere se rifare un marciapiede o tenere aperto un asilo tu scegli l’asilo”. Non pago di quanto affermato, Renzi ha toccato un altro nervo scoperto del Paese: “Una delle sfide più importanti è il rapporto con la Pa e i nostri dirigenti, la fiducia è fondamentale. Deve essere un valore servire lo Stato, l’impiegato pubblico deve sentire l’onore del servizio. Va rottamata la filosofia Checco-Zaloniana e sfidare chi lavora con noi, dicendo che devono sentire l’orgoglio di servire il tricolore. Chiaro, poi bisogna anche sbloccargli i contratti, ma va rovesciato l’approccio che c’è stato finora. Siamo tutti pro-tempore – ha concluso e ha rivolto un appello finale all’assemblea dell’Anci e ai sindaci: “Dobbiamo collaborare al di là del colore politico”.