“Sono convinto che molti comuni daranno un apporto fondamentale alla realizzazione del Reddito di Inclusione. La presa in carico sarà uno degli aspetti fondamentali per far uscire le persone dal tunnel della povertà”. Queste le parole del componente del direttivo dell’Anci Antonio Satta, segretario dell’Unione Popolare Cristiana (Upc) in merito al decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. “Ora bisognerà lavorare tutti assieme affinché il welfare risponda sempre più e sempre meglio alle nuove povertà”, conclude Satta.
“E’ uno strumento importante”. Anche il sindaco di Bari e presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) Antonio Decaro commenta all’Adnkronos l’approvazione, da parte del governo, del reddito di inclusione, misura di contrasto alla povertà.
“Lo avevamo già chiesto all’assemblea nazionale dell’Anci ad ottobre scorso, quando avevamo detto che volevamo occuparci dell’agenda urbana – ha continuato Decaro – Avevamo chiesto di prendere spunto dagli esempi positivi di alcuni Comuni, come Livorno, Bari, Napoli, dove gli strumenti hanno un nome diverso ma consistono in un reddito minimo e tirocini formativi per le famiglie in difficoltà dal punto di vista socio economico”.
“Siamo contenti che ora ci sia uno strumento nazionale. Lo vedremo e se sarà necessario proporremo modifiche – ha aggiunto – Speriamo sia uno strumento agile e che funzioni”.
La misura varata ieri si rivolge a una platea di 400 mila famiglie, pari a circa 1,8 milioni di persone. Il Rei sostituisce il Sia, sostegno all’inclusione attiva. L’importo dell’aiuto corrisponde al massimo a quello dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito, pari a 485 euro al mese.
L’importo dipenderà dal numero dei componenti della famiglia e dalla situazione familiare e reddituale.
Il decreto introduce dal 1° gennaio 2018 il Reddito di inclusione (Rei), quale misura unica di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Il beneficio è condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà. Il nucleo familiare del richiedente dovrà avere un valore dell’Isee, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro.