E’ stato pubblicato il I rapporto sullo stato del capitale naturale, consegnato il mese scorso al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Il documento, previsto dal Collegato ambientale, analizza il legame tra lo stato dell’ecosistema, il benessere sociale e le prospettive economiche nel nostro Paese. Lo studio è frutto del lavoro del Comitato per il capitale naturale, cui hanno partecipato nove Ministeri, cinque istituzioni di ricerca pubbliche, Comuni, Regioni e nove esperti scientifici. Un report che raccoglie informazioni sullo stato di conservazione dell’acqua, del suolo, dell’aria, delle biodiversità e degli ecosistemi, avviando un modello di valutazione analitico e approfondito. Questo viene inquadrato all’interno di cinque ecoregioni terrestri: quella Alpina, Padana, Appenninica, Mediterranea tirrenica e Mediterranea adriatica, nonché le ecoregioni marine del Mediterraneo che interessano l’intera Penisola.
Dall’analisi emerge che il nostro Paese è uno dei più ricchi di biodiversità, con 6.700 specie di flora vascolare ed oltre 58.000 tipologie faunistiche, ma anche che sono molti i fattori di pressione antropica e tra questi, naturalmente, i cambiamenti climatici, l’inquinamento, i rifiuti, il consumo di suolo e l’abusivismo edilizio. Ciò determina che 19 ecosistemi siano considerati ad alto stato di conservazione, 18 a medio stato di conservazione e 36 a basso livello di conservazione.
L’approccio ai dati e alla valutazione economica del capitale naturale contenuto nel rapporto vuole fornire un primo inquadramento sulle metodologie di stima e di attribuzione di un valore monetario al capitale naturale. Il riferimento ad alcuni casi studio consente di avere un’idea precisa dell’importanza che lo stock di capitale naturale ha per il nostro benessere e per le attività economiche. Il Comitato individua, infine, una serie di raccomandazioni, con obiettivi da perseguire nel breve e medio periodo e tra questi: l’adozione di un piano per ottimizzare la gestione del capitale naturale, rendendolo centrale per la predisposizione delle misure del Documento di economia e finanza (Def) e del Piano nazionale di riforma (Pnr), in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e della Strategia di sviluppo sostenibile, integrarlo nella contabilità pubblica e privata, rafforzare il sistema delle aree protette di terra e di mare, attuare le disposizioni riguardanti i cosiddetti “appalti verdi”, includendo nelle valutazioni i costi per la collettività derivanti dal consumo di risorse naturali e dall’inquinamento. Il report vuole coniugare all’ambiente non solo l’aspetto conservativo, ma anche un cambiamento culturale per la corretta gestione delle risorse. L’introduzione degli indicatori del Benessere equo e sostenibile (Bes) nell’ultimo Documento di economia e finanza, rafforzano la visione di un Paese che investe sempre più sul suo patrimonio naturale e sulle biodiversità.