La diminuzione della popolazione in Italia è cospicua (-6,4%), attestandosi sui 59.257.600, che corrispondono a 987 mila residenti in meno rispetto all’anno precedente. Anche i movimenti migratori hanno subito una drastica riduzione (-17,4%). rispetto al confronto con gli stessi 8 mesi del quinquennio 2015-2019, una flessione del -6% per i movimenti interni, tra comuni, e del -42% e 12%, rispettivamente, per quelli da e per l’estero. Si tratta di un effetto prodotto dalla combinazione di molti fattori, le morti causate dal virus, che in Italia hanno toccato una delle cifre più alte in Europa e nel Mondo (128 mila in Italia a fine luglio 2021, su 4.095.924 morti pari al 3,1% del totale mondiale). Quanto alla distribuzione territoriale dei cittadini stranieri residenti, prevale il Nord (58,5%) e il Nord Ovest (34%).
Il Nord Est e il Centro assorbono la medesima percentuale di popolazione straniera (24,5%), mentre il Sud e le Isole il 12,1% e il 4,8%. Tutte le aree hanno subito un decremento: quello più consistente l’ha registrato il Centro (-7,5%); il più contenuto nel Nord Est (-3,4%). Le prime 5 regioni nelle quali si attesta la maggior presenza di cittadini stranieri sono la Lombardia (22,9%) seguita da Lazio, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte. Quanto alle prime 10 province prevale Roma in cui risiede il 10% dei cittadini stranieri in Italia, seguita da Milano (9,2%) e Torino (4,2%). L’incidenza della popolazione straniera sul totale si attesta sull’8,5%, con punte che superano la media nazionale in province, come Prato (19%), Milano, Piacenza e Modena (intorno al 14%). La presenza femminile caratterizza la popolazione straniera residente (51,9%) e per alcune nazionalità in modo più marcato, sfiorando l’80% fra i provenienti dall’Ucraina, dalla Georgia e da diversi Paesi dell’Est Europa.
Quanto ai titolari di permesso di soggiorno ed i motivi, il Ministero dell’Interno riporta un totale di 3.696.697 di cittadini stranieri, la maggior parte in possesso di permesso di soggiorno per motivi di famiglia (48,9% del totale, +9,1% rispetto al 2019), seguiti da quelli per lavoro (43,4% e +12,1% dal 2019).
La terza tipologia continua ad essere rappresentata dai motivi di protezione internazionale (5,0%), comprese le forme di tutela speciale o ex umanitaria; permessi che hanno segnato un decremento dal 2019 (-5,6%), attribuibile alla chiusura degli arrivi dall’estero, degli sbarchi e attraversamenti dei confini decretata dai provvedimenti governativi per il contenimento da Covid-19. Anche i permessi di soggiorno destinati ai minori non accompagnati rintracciati sul territorio e ai neomaggiorenni sono diminuiti, passando dai 18 mila del 2019 ai 3.774 del 2020. Infine le limitazioni stabilite dalle misure governative per la pandemia hanno prodotto effetti anche sulle attività di contrasto all’immigrazione irregolare: i provvedimenti sono passati da oltre 40 mila a circa 26.500 (-35,7%) in quanto i respingimenti alla frontiera nel 2020 hanno riguardato 4.060 persone (la metà del 2019); le espulsioni sono state 22.869 e i trattenimenti nei Centri per il rimpatrio 4.387 (in calo del 30%).