Il Premio Sviluppo Sostenibile 2019, istituito dalla ‘Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile’ e dall’Italian Exhibition Group, anche quest’anno è stato assegnato a tre realtà italiane che hanno scommesso sulla sostenibilità.
Le tre categorie in gara sono state: Green City – in collaborazione con il Green city network; per le Imprese il settore Economia Circolare – in collaborazione con il Circular economy network e le Energie Rinnovabili. Tutti sono stati premiati per il migliore risultato ambientale, i contenuti innovativi, la possibilità di diffusione e di buone performance anche economiche.
La novità di questa edizione è stata l’assegnazione del Premio non solo alle imprese, ma anche alle città, ed proprio a tal proposito che Milano ha ottenuto il riconoscimento grazie a un ampio ventaglio di iniziative: il Contatore ambientale, uno strumento di facile comprensione per conoscere i vantaggi di una buona raccolta differenziata e del riciclo; l’introduzione della low emission zone per la limitazione progressiva della circolazione dei veicoli inquinanti; il trasporto pubblico 100% elettrico al 2030 e lo sviluppo dei sistemi di sharing; il recupero del cibo ancora commestibile; la campagna “Plastic Free”; gli interventi per la rigenerazione degli spazi urbani e per la riduzione dell’impronta di carbonio e l’aumento della capacità di adattamento agli eventi legati al cambiamento climatico. È in corso di definizione poi il Piano per la qualità dell’aria e il clima.
Il primo Premio dell’economia circolare è toccato a Mapei per la produzione del Re-CON ZERO EVO, un additivo innovativo che consente di trasformare il calcestruzzo reso in un materiale granulare che può essere integralmente riutilizzato per la produzione di nuovo calcestruzzo, invece di smaltirlo come rifiuto. Un ottimo esempio di economia circolare, con importanti vantaggi ambientali in termini sia di materiali consumati sia di energia risparmiata e quindi anche in termini di emissioni di CO2.
Il primo premio ‘Energie rinnovabili’ è andato a MONTAGNA 2000 per la realizzazione della centrale idroelettrica sul tratto acquedottistico di Nola-Frasso, in provincia di Parma. L’azienda, che gestisce il servizio idrico integrato a totale partecipazione pubblica nelle Valli del Taro e del Ceno, ha realizzato un impianto idroelettrico di potenza nominale di 99 kWe che recupera energia dal servizio idrico integrato.La centrale sfrutta un salto geodetico di 515 metri grazie alla morfologia naturale del territorio, per cui si tratta di un progetto ad alta replicabilità nei territori montuosi dove le condizioni naturali e geodetiche lo consentono.