Lo tsunami smart sta contagiando anche i porti, grazie alle soluzioni di connettività sempre più pervasive e performanti basate sulla fibra e sulle nuove tecnologie mobili come il 5G. In tal contesto trova la sua collocazione naturale l’ambiente portuale, che si presenta come un laboratorio ideale per lo sviluppo di applicazioni per la gestione intelligente della movimentazione merci. Caratterizzato da un ingente quantitativo di merci e di dispositivi di trasporto, a fronte di una contenuta presenza di persone, esso deve contenere il rischio d’incidenti a danno dell’uomo, nella fase di sperimentazione. E qui entra in gioco la connessione 5G che, in virtù della capacità di dar vita realmente alla tanto attesa Industry 4.0, renderà possibile un giro d’affari di oltre i 580 miliardi di dollari entro il 2026.
I porti del futuro, pertanto, saranno caratterizzati da servizi sempre attivi e accessibili attraverso la Rete, riconoscendo nella connessione 5G l’unico standard di riferimento. I sensori presenti nei dispositivi di carico/scarico e i mezzi di locomozione a guida autonoma avranno la necessità di collegarsi al 5G per la condivisione delle informazioni raccolte e per l’adozione rapida di soluzioni efficienti. La comunicazione e lo scambio d’informazioni dovranno essere abilitati e condivisi tra aziende, Autorità portuale e utenti dei servizi, per consentire che le informazioni relative a trasporto, stoccaggio, consegna e post-vendita delle merci siano accessibili via smartphone e tablet.
La sviluppo dell’area portuale è un tema particolarmente sentito in Nord Europa. Il motivo è principalmente legato all’intenso sviluppo dei porti di questa zona negli ultimi quarant’anni. Nel porto di Tallin in Estonia, già nel corso del 2017, sono state presentate le prime soluzioni di connessione 5G ad alta velocità: un primo caso ha riguardato la creazione di un ambiente 5G “real life” con l’abilitazione della tecnologia 5G su una nave da crociera di una compagnia estone, che ha permesso l’uso del Wi-Fi per i 2000 passeggeri e per i sistemi ICT della nave. Una seconda applicazione ha interessato il settore merceologico, con il controllo di un mezzo pesante per il movimento terra – un escavatore – con l’ausilio della realtà aumentata.
E in Italia? Nel nostro Paese le prime applicazioni per lo smart Port verranno sviluppate a Bari nell’ambito della sperimentazione 5G lanciata da TIM, Fastweb e Huawei, Il Progetto #BariMatera5G, che vede coinvolti più di 50 partner di eccellenza con un investimento di oltre 60 milioni di euro in 4 anni, cambierà in modo profondo e permanente il modo di fare impresa nelle due città.
I primi esperimenti per l’area portuale di Bari partiranno nel corso del 2018, con due anni di anticipo rispetto agli obiettivi delineati dalla Commissione europea. Entro la fine dello stesso anno verrà raggiunta una copertura del 75% della città. La copertura integrale, non solo della zona portuale, ma delle città di Bari e di Matera, è prevista entro il 2019. Di conseguenza, nel porto di Bari, verranno sperimentati servizi di sicurezza perimetrale e ambientale, di controllo degli accessi e monitoraggio dell’area, oltre a servizi a supporto della logistica portuale, all’automazione delle operazioni di carico e scarico e il potenziamento della gestione di merci e persone. Per le Compagnie di trasporto e d’import/export si ridurranno i tempi di attraversamento e il ritorno atteso andrà anche a beneficio delle Forze dell’ordine, della Protezione Civile, dell’ARPA Puglia, della Città Metropolitana di Bari e della stessa Regione Puglia.