Richieste burocratiche ripetute, passaggi complicati e non digitalizzati per aprire un’attività o completare una pratica anagrafica, incombenze da sbrigare tra più uffici in un groviglio di adempimenti che possono anche essere diversi da Comune a Comune. Ma quali sono e in quali ambiti si concentrano le procedure che complicano la vita quotidiana di cittadini, imprese, dipendenti e amministratori pubblici, ostacolando la crescita e la competitività del Paese?
Per rispondere a questa domanda il Dipartimento della Funzione pubblica lancia dal 18 febbraio, fino al 18 maggio sulla piattaforma ParteciPA la consultazione pubblica “Facciamo semplice l’Italia. Le tue idee per una PA amica” per segnalare 600 procedure amministrative da semplificare, reingegnerizzare e digitalizzare entro il 2026. La consultazione, in partnership con la Luiss Guido Carli e con il Gruppo Il Sole 24 Ore, chiama a partecipare cittadini, imprese, professionisti, dipendenti pubblici e amministrazioni. E anche le associazioni di cittadini e terzo settore potranno animare il confronto, inviando un position paper con le procedure critiche e le proposte di soluzione. I primi risultati saranno illustrati dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il 4 giugno al Festival dell’Economia di Trento.
La consultazione è parte integrante del progetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede la creazione, entro il 2026, di un catalogo unico, valido su tutto il territorio nazionale, di 600 procedure semplificate e reingegnerizzate. Nel 2024 è fissata una tappa intermedia, entro cui semplificare le prime 200 procedure.
Le istruzioni per partecipare e i questionari per segnalazioni e suggerimenti sono disponibili sulla piattaforma ParteciPA.
Brunetta: “Semplificazioni pietra angolare della modernizzazione del Paese”
Il commento del ministro Brunetta: “Questo è il momento di coinvolgere e di lasciarsi coinvolgere. Sulle procedure amministrative più critiche chiediamo la voce dei cittadini, delle imprese, delle associazioni, e anche delle stesse amministrazioni e degli stessi dipendenti pubblici. Serve uno sforzo corale. E stavolta è diverso dal passato: abbiamo le risorse finanziarie per fare, oltre che per suggerire. Le idee diventeranno realtà. Per la prima volta, dopo tanti annunci, avremo un lavoro sistematico e a tappeto su tutte le procedure più rilevanti che spesso ostacolano il rapporto tra cittadini e amministrazioni e rendono difficili e accidentate le nostre vite, in modo da ottenere entro il 2026 un catalogo uniforme, con piena validità giuridica su tutto il territorio nazionale, di 600 procedure semplificate, reingegnerizzate e uguali da Nord a Sud. Dall’ambiente all’edilizia, dall’energia al sociale, con particolare attenzione agli iter amministrativi per le fasce più fragili, a cominciare dai disabili. Via le autorizzazioni non necessarie e, dove non sarà possibile eliminarle, via le duplicazioni, gli appesantimenti, le vessazioni. Anche dei controlli alle attività produttive. Più silenzio assenso, più Scia (la segnalazione certificata di inizio attività) e, ovunque si potrà, largo alle semplici comunicazioni.
Le semplificazioni sono la pietra angolare della modernizzazione del Paese, ma anche il tassello di quel mosaico più ampio che è la riforma della Pubblica amministrazione. Semplificazioni, formazione, capitale umano, digitalizzazione, interoperabilità delle banche dati e cloud, trasparenza, customer satisfaction. Tutto si tiene, a tutti i livelli, e tutto va fatto insieme. Il catalizzatore è il Pnrr, che contiene la visione, le risorse, pari a 235 miliardi tra fondi europei e nazionali, e l’orizzonte temporale. Cinque anni che cambieranno volto all’Italia. La rivoluzione è in corso”.
Fonte: Ministero per la Pubblica Amministrazione