In Piemonte è pronta, dopo due anni di lavoro, la mappatura delle criticità sui torrenti minori (di competenza regionale). Proposta dal Comune di Dogliani nell’autunno 2014, a seguito di un incontro con l’assessore alla Protezione civile regionale, Alberto Valmaggia, si è incaricata di catalogare i pericoli riscontrati sulla rete idrografica di un vasto territorio della provincia di Cuneo che comprende le colline del Barolo, dell’Alta Langa, del Roero, dell’Alta val Tanaro e Bormida, fino alla Langa cebana. In pratica, dai confini liguri a quelli astigiani, attraverso un territorio che conta circa 100mila abitanti. Sono 105 i Comuni aderenti al progetto di mappatura, più di 80 quelli che hanno fornito a Dogliani, paese promotore e capofila del progetto, la documentazione necessaria. “Un lavoro molto utile – dice Valmaggia – perché permette di pianificare in modo puntuale come affrontare le criticità, uno strumento che nasce dal basso, perciò funziona”.
I rii monitorati sono spesso responsabili di danni importanti. «Sui corsi piccoli siamo in alto mare», dice Sergio Di Steffano, sindaco di Garessio, dove preoccupa il Luvia, nel cui alveo esistono importanti riporti di detriti e sabbia e sfocia in corrispondenza del ponte principale. Ma sono necessari anche interventi diversi. «La formazione di dighe naturali – spiega Gianni Picco, coordinatore del gruppo doglianese di Protezione civile che ha seguito personalmente la mappatura – è la principale causa di rischio, perciò chiediamo i provvedimenti necessari per le situazioni più preoccupanti, senza dover sottostare alla solita burocrazia, magari cercando soluzioni insieme, e non lasciare che il lavoro fatto venga dimenticato. Soprattutto – conclude Picco – garantire il sostegno regionale nel caso di interventi strutturali, come nuovi argini, fondamentali per la pubblica sicurezza”.