L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), entro il 2016, sostituirà gli archivi anagrafici dell’INA, dell’AIRE e delle oltre 8.000 anagrafi dei comuni italiani,costituendo un riferimento unico per tutta la Pubblica Amministrazione. Un obiettivo ambizioso se consideriamo l’impatto tecnico-organizzativo e, di conseguenza, economico sugli oltre 8000 uffici anagrafici che dovranno adeguare i loro sistemi informativi. Un obiettivo pregevole se consideriamo il presupposto di ammodernamento della macchina amministrativa e di semplificazione del rapporto tra cittadini e PP.AA. che sta alla base della progettualità. Il D.P.C.M. 10 novembre 2014, n. 194, ha stabilito le modalità di attuazione e di funzionamento dell’ANPR definendo un piano per il graduale subentro della stessa alle anagrafi locali. A metà di Dicembre è prevista la partenza dei primi 2 Comuni coinvolti nella sperimentazione, Cesena (FC) e Bagnacavallo (RA). Poi toccherà agli altri 24 comuni pilota.
Nel corso del 2016, rispettando un piano di prossima pubblicazione sul Portale Istituzionale del Ministero dell’interno, tutti i Comuni dovrebbero gradualmente “migrare” verso l’ANPR inviando i dati contenuti nei propri archivi locali. E’ opportuno il condizionale in quanto, ovviamente, la migrazione non sarà indolore per i Comuni, che saranno chiamati ad adeguare a stretto giro i propri sistemi informativi per il dialogo con l’anagrafe centralizzata e, soprattutto, ad attivarsi fin da subito per bonificare i dati di propria pertinenza giacenti negli attuali archivi anagrafici, locali e centrali.
La circolare del Ministero dell’Interno 1/2015 del 10 Febbraio 2015 disciplina, infatti, le fasi e le modalità di subentro dell’ANPR, che sarà preceduto da un popolamento iniziale dell’ANPR con i dati dei sistemi informativi INA e AIRE. Nel corso del popolamento iniziale si procederà alla validazione dei dati che contribuiscono alla determinazione del codice fiscale (cognome e nome; sesso; luogo e data dinascita), previo confronto con l’anagrafe tributaria. In tale fase, i Comuni che riceveranno le segnalazioni di eventuali anomalie dovranno rimuoverle, utilizzando le proprie applicazioni, e provvedere a un nuovo invio dei dati, con le modalità già previste nell’ambito dei sistemi INA ed AIRE. Soltanto al termine della fase preliminare ciascun Comune potrà procedere alla migrazione nell’ANPR delle proprie banche dati anagrafiche. I dati inviati dai comuni saranno sottoposti a controlli formali e di qualità. Qualora a seguito di tali controlli siano rilevate anomalie e incongruenze, l’ANPR provvederà a segnalarle al Comune mediante un apposito messaggio affinché questi provveda celermente alla relativa risoluzione attraverso le funzionalità dell’ANPR. Quando la migrazione sarà completata, gli adempimenti anagrafici dovranno essere effettuati dai Comuni mediante l’utilizzo dell’ANPR che, con appositi servizi, renderà disponibili ai Comuni stessi i dati necessari all’allineamento delle banche dati eventualmente da loro conservate per l’espletamento delle funzioni di competenza.
A oggi, non mancano elementi di criticità nel processo indicato. In particolare, i Comuni segnalano la carenza di strumenti idonei a supportarli nella delicata fase di bonifica dei dati attualmente contenuti negli archivi anagrafici (INA, Anagrafe Tributaria e APR), o l’assenza di un adeguato servizio di assistenza tecnica dal centro in questa fase transitoria. Un nodo da sciogliere al più presto è quello legato alle risorse da destinare al territorio a fronte delle spese che i Comuni dovranno sostenere inevitabilmente in termini di rincaro dei canoni di assistenza e di manutenzione dei gestionali e di costi extra del personale amministrativo.