«Da due anni gridiamo che saremmo arrivati a questo dramma, tra il silenzio assordante della politica regionale, così oggi i tagli alle risorse finanziarie ed una rivoluzione nata male e morta peggio, come quella riguardante il futuro delle Province in Sicilia, oggi Liberi Consorzi, ha portato al dissesto questi Enti che da febbraio non potranno pagare gli stipendi, e tanto meno, garantire i servizi di competenza ai cittadini, ad iniziare dai diversamente abili, dal trasporto disabili all’Asacom, dagli Istituti scolastici superiori alle manutenzioni stradali».
Lo ha detto il vicepresidente regionale di Anci Sicilia, Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni. «Con il dissesto finanziario – prosegue Amenta – vorrà anche dire che le Cooperative Sociali che sinora hanno garantito servizi per conto delle ex Province, non riceveranno le spettanze del 2014/15, arrivando così al collasso. E al dramma si aggiungerà un altro dramma, quello di queste famiglie.
Da questo quadro desolante, si legge nella nota, non è esclusa la Provincia Regionale di Siracusa, anch’essa a un passo dal dissesto, e quindi dall’impossibilità di erogare e garantire servizi ai cittadini e al territorio. “Quella delle Province – continua Amenta – come avevamo avuto modo di dire a suo tempo, è stata purtroppo una rivoluzione fallita sul nascere. Due anni di commissariamenti e di tagli, hanno di fatto svuotato nel suo essere questi Enti, oggi sprofondati in un dramma che poteva essere evitato. E pensare che a giugno i Sindaci e i Consigli comunali saranno chiamati ad eleggere i nuovi organismi di autogoverno delle ex Province – Liberi Consorzi. Stando così le cose però sono sicuro che nessun sindaco accetterà mai di candidarsi a guidare un Ente in dissesto finanziario e senza nessuna garanzia di poter assolvere al suo ruolo. Per cui – conclude il Vice Presidente –, ancora una volta, come abbiamo fatto in questi due anni, il nostro appello accorato affinchè lo Stato e la Regione smettano di essere osservatori e intervengano per salvare questi Enti, altrimenti si assumano la responsabilità, davanti ai cittadini e ai territori, anziché lasciarli in una lunga e penosa agonia, di cancellarli definitivamente».