Firmata l’intesa tra Aran e sindacati sulla riduzione dei comparti della Pa. “Oggi – sottolinea in una nota il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino – abbiamo ratificato quanto sottoscritto il 5 aprile scorso. Un atto formale su un accordo raggiunto diversi mesi fa”.
Si avvicina la stagione contrattuale nel pubblico impiego, dopo sette anni di blocco. Con il via libera ai nuovi comparti, il cui accordo è stato sottoscritto ieri da sindacati e Aran, infatti, si sono poste le condizioni per avviare il confronto. I nuovi comparti vengono ridotti drasticamente passando da 11 a quattro.
La firma arriva dopo sette anni dalla legge che ha prescritto la razionalizzazione. L’intesa preliminare era stata raggiunta il 5 aprile e aveva ottenuto l’ok da parte del Consiglio dei ministri il 15 giugno. Sottoscrizione definitiva accordo, dopo 7 anni da legge.
Ecco allora i nuovi comparti:
Funzioni centrali (circa 247.000 occupati), Funzioni locali (457.000),
Istruzione e ricerca (1.111.000)
Sanità (531.000).
Dal confronto con l’assetto finora in vigore, emerge come gli accorpamenti abbiano riguardato gli statali in senso stretto (prima divisi tra ministeriali, dipendenti delle agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici) e il settore della conoscenza, con insegnanti, ricercatori, personale dell’università raccolti in una stessa ‘zona’ di contrattazione. I dipendenti di palazzo Chigi fanno invece comparto a se stante.
In parallelo cambiano anche le aree dirigenziali, con circa 6.800 dirigenti nell’area delle Funzioni centrali, 15.300 nelle Funzioni locali; 7.700 nell’Istruzione e ricerca e 126.800 nella Sanità.
Per consentire alle sigle sindacali di non perdere la rappresentanza è concesso un mese di tempo, da oggi, per stringere eventuali alleanze. Infatti i criteri per essere rappresentativi restano quelli di prima (5% di deleghe più voti in 2 comparti).
È comunque riconosciuto una sorta di ‘diritto di tribuna’, nei tavoli sui rinnovi, per i sindacati che restano sotto la soglia. Inoltre per tutelare delle specificità professionali è previsto che il contratto possa contenere delle sezioni, in modo da trattare in modo diverso aspetti particolari.
“Un accordo che cambia in profondità l’assetto del sistema contrattuale pubblico, con un effetto di notevole semplificazione dell’attività negoziale”. Così il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, dopo la sottoscrizione dell’intesa che riduce i comparti da 11 a 4. “Le aggregazioni – spiega – rispondono a un criterio di tendenziale omogenizzazione dei settori, nei limiti del possibile”.