Da indiscrezioni di stampa sembra che dopo settimane di valutazioni sia praticamente pronta la norma che da’ il via all’asta delle frequenze 5G per la banda larga mobile. E Open Fiber potrebbe partecipare all’asta per le frequenze 5G. Sarebbe la prima volta che un operatore focalizzato sui servizi wholesale e sulla realizzazione della rete, in questo caso della banda larga, partecipa a un’asta per la telefonia mobile.
In tale contesto Open Fiber, società compartecipata al 50% da Enel e Cassa depositi e prestiti, e Wind Tre realizzeranno un progetto sperimentale sulla tecnologia 5G nelle città di Prato e L’Aquila, dopo essersi aggiudicate, lo scorso settembre, il bando pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Obiettivo dichiarato quello di “costruire una ‘città 5G’ in cui famiglie e imprese possano beneficiare di servizi innovativi che interessano ambiti come la salute, la mobilità, la sicurezza, la prevenzione e la gestione delle emergenze”.
In particolare, si legge in una nota, la sperimentazione pre-commerciale 5G riguarderà la porzione di spettro 3.6-3.8 GHz nell’area 2 di Prato e L’Aquila (attraverso l’utilizzo dei diritti d’uso delle frequenze da 3.7-3.8 GHz) e durerà fino al 31 dicembre 2021. La sperimentazione, anche se indirizzata a due ambiti territoriali ben definiti come le città di Prato e de L’Aquila, presenta caratteristiche replicabili a livello nazionale ed europeo.
Open Fiber e Wind Tre, che hanno unito in questa iniziativa competenze, infrastrutture e investimenti, sono impegnate singolarmente in due importanti progetti di infrastrutturazione Bul (Banda Ultra Larga) in Italia. Open Fiber sta realizzando una rete interamente in fibra ottica in modalità Ftth (Fiber To The Home – fibra fino a casa), in grado di raggiungere velocità fino a 1 Gigabit al secondo (Gbps) sia in download che in upload e di supportare tutte le potenzialità delle tecnologie che saranno sviluppate nei prossimi anni.
Wind Tre si sta concentrando sul più grande piano attualmente in corso di integrazione e ammodernamento di una rete radiomobile, che porterà alla realizzazione di una rete con oltre 21mila siti radio operanti con tecnologie 2G, 3G, 4G, 4.5G in tutto il territorio italiano.
Entrambi i progetti operano in sinergia con lo sviluppo di reti 5G, che prevedono una capillare presenza dei siti radio al fine di abilitare servizi ad elevata capacità e/o bassissima latenza, in grado di gestire un numero molto alto di dispositivi.
La sperimentazione di Prato e L’Aquila coinvolge Università (Firenze, Polo di Prato, L’Aquila, Genova, Bologna), centri di ricerca (come Fondazione Bruno Kessler, Nextworks), aziende (tra le altre, e-distribuzione di Enel, Zte, Estra).
La tecnologia 5G non è una semplice evoluzione delle attuali reti broadband, ma è una nuova tecnologia con un enorme potenziale sia in termini di rete che di servizi. Con la sua diffusione su larga scala sarà infatti possibile migliorare il sistema di assistenza alla salute, ottimizzare la distribuzione dell’energia elettrica e garantire ai cittadini una maggiore sicurezza, grazie a sistemi di videosorveglianza e di viabilità intelligente.