L’aula della Camera ha approvato il ddl sulle aree protette con 249 si’, 115 no e 32 astenuti. Il provvedimento, dopo le modifiche apportate da Montecitorio, torna in terza lettura al Senato. Contro hanno votato Si, Mdp; M5S, Lega e Cor. Fi si è astenuta.
“La riforma della normativa sui parchi votata oggi dalla Camera, e che spero venga presto definitivamente approvata dal Senato, è un passaggio importante per migliorare la tutela dei gioielli del nostro patrimonio ambientale. E ringrazio il relatore Borghi e il presidente Realacci per l’impegno e la passione con cui hanno accompagnato questo provvedimento, ha commentato Galletti.
“Il Parlamento- ha sottolineato il ministro- con questa normativa innalza significativamente il grado di protezione di queste aree attraverso: un maggiore coinvolgimento delle istanze e delle istituzioni locali; aumentando la trasparenza nella designazione dei direttori dei parchi, assicurando competenza e professionalità attraverso bandi pubblici i cui requisiti sono indicati e verificati caso per caso dal Ministero; rendendo possibile una valorizzazione economica della risorsa parco, e quindi della istituzione parco/riserva”.
“Io credo che le aree protette debbano essere sentite dalle comunità come un vantaggio non come un limite– aggiunge Galletti- e che debbano essere gestite da persone di provata competenza, riconosciute come tali sul territorio, per proteggere e valorizzare al meglio gli straordinari paesaggi, gli ecosistemi, la flora e fauna dei nostri parchi e dei nostri mari. A tal fine peraltro la normativa prevede lo stanziamento di nuovi fondi, 30 milioni di euro per i parchi e 9 per le aree marine, per programmi di tutela e protezione ambientale. E questo dato è un ulteriore segnale di attenzione in tempi in cui le risorse pubbliche vengono tagliate non incrementate”.
“La possibilità poi di fare di un parco o di un’area marina un fattore di crescita economica del territorio attraverso la concessione del logo-parco o altre forme di promozione- ha rilevato inoltre il Ministro- rappresenta un ulteriore modo per rendere più forte la tutela del patrimonio ambientale. Io credo che un parco ricco sia un parco più forte, un parco che può proteggere meglio le proprie eccellenze”. “Una comunità che vede, attraverso il parco, incrementare le proprie opportunità di crescita socio-economica- conclude Galletti- avrà certamente una cura e una coesione più forte attorno alla missione di tutela del territorio”.
“Con la riforma il sistema dei parchi esce rafforzato, sia nella trasparenza della governance che nel rapporto con il territorio. Un passo avanti per un’Italia che guarda al futuro”. Lo afferma il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci sul via libera di Montecitorio alla proposta di legge di riforma delle Aree protette, che ora tornerà al Senato. “L’obiettivo della riforma è rendere le aree protette un modello di sviluppo per l’intero Paese, incrociando natura e cultura, coniugando la tutela e la valorizzazione del territorio e delle biodiversità con la buona economia, sostenibile e più a misura d’uomo”, osserva Realacci. Tra i punti qualificanti del testo c’è “la reintroduzione del piano triennale: uno strumento di programmazione nazionale per tutto il sistema, con priorità nei finanziamenti per le aree protette regionali e marine. Per il piano sono previsti 30 milioni nel prossimo triennio. Fondi che verranno assegnati secondo criteri indicati dal Comitato nazionale per le aree protette, in cui è presente anche il ministero dei Beni culturali. A questi vanno aggiunti i 3 milioni annui esplicitamente previsti per le aree marine protette e le risorse derivanti dalle royalties”. Tra le altre cose arriva “la selezione pubblica per rendere più trasparente la nomina dei direttori dei parchi nazionali e, sia per i direttori che per i presidenti, vengono introdotti requisiti più rigorosi”. Si individuano “anche modalità per la tutela della biodiversità e per la gestione della fauna maggiormente rispondenti alla direttive comunitarie. Viene introdotto il divieto di nuove trivellazioni petrolifere nei parchi”.
“Con il voto di oggi la Camera, non solo ha scelto di snaturare i Parchi Nazionali, ma ha portato indietro di quarant’anni la legislazione di salvaguardia della Natura: le nomine di presidenti e direttori saranno condizionate a logiche politiche e interessi locali; sarà più facile l’ingresso di cacciatori nei parchi; si introduce un sistema di royalties una tantum per cui non solo ‘se paghi, puoi inquinare’, ma se inquini lo fai a prezzo di saldo. Esiste, infine il rischio che questo testo apra un varco alle trivellazioni anche in aree protette”. E’ il commento del Wwf, che aggiunge: “Questa legge è riuscita, in un periodo di grande instabilità politica, nell’impossibile compito di mettere d’accordo gran parte delle forze politiche; quelle stesse forze politiche che hanno fatto abortire la legge elettorale ai primissimi emendamenti: evidentemente le considerano così irrilevanti da non meritare i necessari approfondimenti e l’attenzione che si dovrebbe ai tesori di natura italiani”.