“La violenza sulle donne non smette di essere emergenza pubblica e per questo la coscienza della gravità del fenomeno deve continuare a crescere”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “per richiamare l’attenzione pubblica su una sistematica violazione dei diritti umani, ostacolo alla coesione e al pieno sviluppo di una società”.
“Da allora – continua Mattarella – l’impegno della comunità internazionale per prevenire questo fenomeno e sostenere le vittime della violenza è cresciuto. Molto è stato fatto anche all’interno del nostro Paese: la violenza contro le donne è un tema all’attenzione del legislatore capace di animare singole iniziative e progetti collettivi”.
“Tuttavia – osserva il capo dello Stato – le donne non cessano di essere oggetto di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti perché consumati spesso all’interno delle famiglie o perpetrati da persone conosciute”. “Inoltre, sminuire il valore di una donna e non riconoscerne i meriti nella vita pubblica e privata – attraverso linguaggi non appropriati e atti di deliberata discriminazione – rappresentano fattori in grado di alimentare un clima di violenza”.
“Ciò significa che molto resta ancora da fare. Ogni donna deve sentire le istituzioni vicine. Tutti noi dobbiamo continuare ad adoperarci nella prevenzione del fenomeno, nel concreto sostegno delle vittime e dei loro figli, nella applicazione rigorosa degli strumenti esistenti, nel reperimento delle risorse necessarie e nell’elaborazione di ciò che serve per intercettare e contrastare i segnali del maltrattamento delle donne”, ha concluso il Presidente.
Il 25 novembre non è una data casuale, è stata scelta come giorno della ricorrenza in cui celebrare attività a sostegno delle donne, che troppo spesso sono bersaglio di violenze, molestie, fenomeni di stalking e aggressioni, quel giorno infatti, nel 1960, furono brutalmente uccise le sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana.