Il Rapporto OCSE «Government at a Glance»: uno “sguardo sulla pubblica amministrazione” conferma i dati che una recente ricerca di ForumPA, presentata nel maggio scorso, aveva messo in evidenza. Ne esce un ritratto in chiaroscuro. Secondo i dati OCSE, infatti,tra i Paesi industrializzati l’Italia è quello con la più alta quota di dipendenti statali ultra-55enni: il 45% di impiegati contro il 24% di media che si registra nell’intera area (i dati si riferiscono al 2015), dove il 18% ha meno di 34 anni. Se guardiamo al numero di dipendenti pubblici, invece, viene meno un “falso mito”, quello per cui gli impiegati sarebbero troppi. Nel nostro Pese i dipendenti pubblici sono il 13,6% del totale degli occupati, contro il 18% della media Ocse.
Positivo pure il dato sull’occupazione femminile che nel settore pubblico si attesta tra il 51 e il 52% (come in Danimarca, Grecia, Belgio e Spagna), mentre nell’intera area Ocse è al 58% (il 45% nel privato). Ma la parità di genere viene meno se si guarda al mondo della politica e ai ruoli ministeriali e governativi, dove solo il 28% nel 2017 è stato ricoperto da donne, l’1,3% rispetto al 2015, mentre in Italia la percentuale è scesa addirittura del 15% negli ultimi due anni. Farà invece molto discutere il dato sugli stipendi: più basso della media per i dipendenti pubblici con competenze tecniche specifiche (67.900 dollari contro 88.700) e molto più elevato per gli alti dirigenti pubblici che nel 2015 avevano un compenso annuo lordo di 395.400 dollari, il più alto dell’Ocse dopo l’Australia, a fronte di una media di 231.500 dollari. Alti anche i compensi per i ruoli di segreteria: 55.600 dollari all’anno contro i 52.700 della media OCSE. Segnali positivi vengono, tuttavia, dagli interventi volti alla riduzione della spesa pubblica, al rilascio di open data, all’introduzione del green public procurement, nonché alla regolamentazione dello smart working.