I ciclisti di Aarhus presto potranno pedalare da casa a lavoro o a scuola senza neppure fermarsi al semaforo. La città danese infatti ha avviato un programma pilota per incoraggiare l’uso della bicicletta, modificando uno dei suoi incroci principali adattandolo ai ciclisti, che dotati di un tag RFID potranno attivare un sensore e cambiare la luce semaforica a loro favore. Amministratori locali e urbanisti sperano che rendendo le strade maggiormente bike friendly potrà diminuire l’utilizzo dell’automobile ed essere ridotto il conseguente tasso d’inquinamento. Per l’iniziativa sperimentale ad Aarhus sono stati consegnati tag RFID a 200 ciclisti ed è stato installato il sensore proprio al centro del quadrivio. “Sappiamo che se ci sono tanti semafori a breve distanza sulla pista ciclabile i ciclisti si disorientano e non vogliono fermarsi tutte le volte – ha detto la manager di ID-Advice, Rita Westergaard – Se possono andare senza fermarsi sono molto più propensi a pedalare”. Il progetto bici-RFID rientra nel programma Europeo Radical, che sta sviluppando programmi Tec nella pianificazione urbana in cinque smart city,: Santander (Spagna); Issy – Les –Moulineaux (Francia); Atene; Genova; Aarhus. Esperienze supportate da analisi e ricerche sul potenziale che effettivamente potrebbe derivare dall’aumento della mobilità ciclistica in ambito urbano. Tra questi lo studio scientifico effettuato da ITDP e UC Davis, intitolato “A Global High Shift Cycling Scenario: The potential for dramatically increasing bicyde and E-bike use in cities around the world, with estimated energy, CO2 and cost impacts”, a dimostrare che l’utilizzo della bicicletta e dell’e-bike possono ridurre il consumo energetico e le emissioni di CO2 del trasporto in città fino al 10% in proiezione fino al 2050 rispetto alle stime attuali. Secondo lo studio, co-finanziato dall’International Cycling Union, il giusto mix di investimenti e politiche pubbliche sarebbe in grado di portare l’uso delle biciclette e dell’e-bike a coprire fino al 14% degli spostamenti urbani entro i prossimi trent’anni.