Gli abitanti del Lazio risultano i più tartassati dall’addizionale regionale Irpef. Lo dimostra un’analisi effettuata dal Centro studi del Consiglio nazionale dei commercialisti, che ha incrociato i dati delle dichiarazioni dei redditi e i modelli Cud, presentati nel 2017 per l’anno d’imposta 2016, con le aliquote e gli scaglioni deliberati da ciascuna Regione per l’applicazione dell’addizionale di propria competenza. Secondo lo studio dei commercialisti, le addizionali regionali e comunali pesano circa il 10% del prelievo complessivamente esercitato sui redditi delle persone fisiche soggetti a Irpef: 156 i miliardi di Irpef dovuta, 12 quelli dovuti per l’addizionale regionale, 4,8 quelli per l’addizionale comunale. Una incidenza che arriva però a superare il 17% per la fascia di contribuenti che dichiarano meno di 20.000 euro di reddito complessivo, mentre scende al 7% per quelli che ne dichiarano più di 100.000, in ragione della minore progressività delle addizionali rispetto all’imposta nazionale. E il Lazio si colloca al primo posto nella classifica stilata dai commercialisti sulle regioni più bastonate d’Italia, in corrispondenza sia di un reddito imponibile di 36.000 euro annui, sia di un reddito imponibile superiore ai 100mila euro l’anno. In sintesi, l’addizionale regionale più cara si paga nel Lazio (849 euro), seguito da Molise (789 euro), Campania (731 euro) e Piemonte (740 euro), mentre quelle meno care si pagano nel Nord Est e in Sardegna. Il Friuli Venezia Giulia è la regione con le addizionali IRPEF più basse (363 euro). La differenza tra Lazio e Friuli arriva a poco meno di 500 euro.