Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato e promulgato il dl imprese. È quanto si apprende da fonti del Quirinale. Dopo il via libera del Parlamento dei giorni scorsi, il decreto sulle crisi aziendali diventa legge. Oltre al fondo occupazione aree centrali a carbone e il fondo di transizione energetica il provvedimento contiene anche la nuova normativa “End of Waste” (fine del rifiuto) che permette il riciclo di nuovi materiali, bloccati l’anno scorso da una sentenza del Consiglio di Stato, a causa della mancanza di normativa.
L’articolo 14 bis della legge di conversione recepisce le direttive Ue del 2018 sull’economia circolare, che regolano le attività di riciclo. Ma soprattutto, permette alle Regioni e alle Province (in mancanza di una autorizzazione del Ministero dell’Ambiente) di autorizzare le aziende al riciclo di rifiuti che finora finivano in discarica o negli inceneritori. L’articolo prevede anche una banca dati nazionale di tutte le aziende che riciclano e controlli dell’Ispra rafforzati.
Via libera alle autorizzazioni regionali caso per caso sulla base dei nuovi criteri europei, facendo salve le autorizzazioni esistenti e abrogando la norma introdotta con la legge “sblocca cantieri”, che faceva riferimento al vecchio decreto ministeriale del 5 febbraio 1998 per definire “tipologia, provenienza e caratteristiche dei rifiuti, attività di recupero e caratteristiche di quanto ottenuto da tale attività”. Una misura molto criticata dalle imprese del settore nel corso delle audizioni parlamentari sull’End of Waste.
Al momento sono 15 le richieste di autorizzazione per il riciclo di nuovi materiali: fra questi, plastiche miste, scarti della carta, terre e rocce di scavo, polveri post combustione, scarti del vetro, oli lubrificanti. Ma sono almeno 835 i tipi di rifiuto che potrebbero ottenere l’autorizzazione a diventare “materia prima seconda”.
“Calcoliamo che il riciclo di nuovi materiali porterà un giro d’affari annuo di 2 miliardi di euro e toglierà da discariche e incenerimento oltre 70 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno”, ha spiegato il deputato M5S Alberto Zolezzi. Per fare un esempio, il riciclo di pannolini e assorbenti, una tecnologia italiana di recente autorizzata dal Ministero dell’Ambiente, ha dato lavoro a 60 aziende e recuperato 900.000 tonnellate di rifiuti all’anno.