Sono appena state effettuate dalla Polizia di Stato perquisizioni a tutto campo, sequestri e arresti in 25 province italiane per cessione di hashish, marijuana, cocaina droghe sintetiche, monete virtuali e armi. In Internet, il non luogo per eccellenza, vi è anche una parte oscura e anonima, la cosiddetta dark net dove gira merce di ogni tipo e traffici occulti. Alcune di queste compravendite illecite sono state scoperte e fermate dalla Polizia di Lecco e dal Servizio centrale operativo che, con indagini durate oltre un anno, condotte anche da agenti on-line sotto copertura hanno operato arresti e perquisizioni in diversi territori italiani.
A Pontedera e San Giuliano Terme è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di tre soggetti, ritenuti responsabili di traffico e commercializzazione di sostanze stupefacenti. Il lungo monitoraggio della dark net effettuato dagli investigatori, ha consentito di interrompere un vasto traffico di commercializzazione di sostanze stupefacenti con massiva cessione di droga. Tra gli arrestati un italiano, un brasiliano e un albanese. L’italiano arrestato è stato segnalato dalle autorità degli Stati Uniti come pericoloso narcotrafficante, emerso durante le investigazioni condotte dall’ FBI, che hanno portato nel 2013 alla chiusura del blackmarket “Silk road”. All’epoca tuttavia, non furono raccolti elementi sufficienti ad identificarlo, ma oggi risulta indagato per aver compiuto oltre 2.000 cessioni di sostanze illecite sul web, proprio a partire dal 2013.
Nell’operazione sono state sequestrate notevoli quantità di droga, tra le quali oltre 2 chilogrammi di polveri sintetiche, sono stati effettuati arresti in flagranza di reato ed è stato eseguito un provvedimento restrittivo nei confronti di un quarto indagato. A Bergamo è stata stralciata la posizione di un altro italiano indagato in stato di libertà per il riciclaggio e l’esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria, ritenuto uno dei principali “cambia valuta” illegali di monete virtuali. Con l’anonimato della dark net, infatti, venivano commercializzati stupefacenti e merce illegale di ogni tipo, ricevendo ordinativi e pagamenti con criptovalute come il bitcoin e spedendo successivamente i prodotti tramite pacchi anonimi.
Il sito I.d.c., acronimo di “Italian dark net community”, utilizzato dagli indagati è il principale “luogo di incontro virtuale” per venditori e acquirenti italiani nel deep web, frequentato da moltissimi “navigatori” alla ricerca di prodotti illegali. Nel corso dell’inchiesta è infatti emersa anche un’attività di vendita di armi, documenti contraffatti, denaro falso, software impiegati per accessi abusivi a sistemi informatici e carte di credito clonate.
Nel sito Internet presente persino un tutorial per mostrare come occultare droga nelle statuette, negli apparecchi elettronici e nei cellulari. In altre province italiane la Polizia ha eseguito perquisizioni domiciliari a carico di soggetti acquirenti di bitcoin e di merce illegale on-line. Ciascuno di essi aveva predisposto i propri computer con programmi finalizzati alla completa “anonimizzazione” della navigazione.
La Polizia ha tuttavia trovato i responsabili ed oscurato il sito I.d.c. nella parte accessibile attraverso l’open web.