Per la prima volta quattro regioni padane concordano misure omogenee e integrate per portare avanti azioni rivolte al miglioramento dell’ambiente. Sono 32 i milioni stanziati per arginare il fenomeno inquinamento nel bacino padano. E’ quanto prevede il “Nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria”, firmato la scorsa settimana a Bologna, alla vigilia del G7 Ambiente, dal Ministero dell’Ambiente e dalle Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. L’intesa prevede misure strutturali omogenee da attuare nelle rispettive aree: regole di accesso alle Ztl, car sharing, mobilità ciclo-pedonale, distribuzione diffusa di carburanti alternativi, limitazioni alla circolazione. L’obiettivo è quello di intraprendere azioni efficaci in un’area che conta oltre 23 milioni di residenti (il 40% dell’intera popolazione nazionale). E sono 16 i milioni stanziati dal Ministero dell’Ambiente, 8 dei quali rivolti agli incentivi economici per la sostituzione dei veicoli più vecchi ed inquinanti. Altri 8 milioni sono invece destinati a ridurre l’inquinamento prodotto dalle attività agricole e zootecniche, promuovendo buone pratiche innovative.
Nel bacino padano sono critici i livelli di PM 2.5, il particolato più pericoloso in grado di penetrare nelle vie respiratorie e nei polmoni. Le stazioni fisse di monitoraggio dell’Arpa Lombardia hanno messo in rilievo valori compresi tra 80 e 119 microgrammi al metro cubo, quando il valore limite (media annua) è di 25 microgrammi al metro cubo. A causa della scarsa ventilazione della Pianura Padana, soprattutto occidentale, dell’industrializzazione e dell’alta densità di popolazione, negli ultimi decenni è aumentato il problema dello smog e dell’inquinamento dell’aria in genere, che non colpisce solo le grandi città o le aree industriali, ma interessa l’intera macroregione. I telerilevamenti da satellite mostrano come l’inquinamento dell’aria nell’intero bacino padano sia il più alto in Europa, quarto nel mondo.